Nel nord della Germania gli archeologi hanno scoperto due particolari proiettili del XVII secolo dotati di un complesso sistema di detonazione, che potrebbe aver fatto esplodere le bombe solo al raggiungimento dell’obiettivo.
Il loro ritrovamento indica che le palle di cannone esplosive vennero usate più a lungo di quanto si pensasse.
Grazie al duro lavoro e alla sua devozione per Dio, Christoph Bernhard von Galen (1606-1678) riuscì a raggiungere il rango di principe-vescovo. Soprannominato dai contemporanei “Bernd bombardatore”, era uno di quelli che usava la polvere da sparo per diffondere le parole di Gesù.
Ne sanno qualcosa gli olandesi, quando l’ira di questo cattolico di Münster, fanatico delle armi, si abbatté su di loro. Nel 1672, Galen li bombardò con dei mortai pesanti carichi di palle di ferro cave riempite di esplosivo dal peso di 70 kg. Qualcuna deve essere però caduta nel fossato, spegnendosi.
Quasi 350 anni dopo quel colpo mancato, la bomba inesplosa è venuta alla luce in un terreno paludoso della Frisia orientale, una regione costiera nel nord-ovest Germania. Gli archeologi l’hanno scoperta durante gli scavi presso il Dieler Schanze, una fortezza del 1580, vicino alla città di Diele.
“Contiene ancora circa sette chilogrammi di polvere da sparo, e c’è ancora la miccia”, spiega l’archeologo Andreas Hüser.
Un’altro identico proiettile era emerso a Dieler Schanze lo scorso anno. Ulteriori testimonianze della presenza dei soldati in questa fortezza sono costituite da pipe rotte, stivali e granate a mano arrugginite. Gli archeologi hanno anche trovato i resti di bombe esplose.
Hüser è certo che queste armi appartenessero all’arsenale di Galen. Il principe-vescovo una volta preso d’assalto la fortezza di Diele, attaccando i ribelli olandesi con un esercito di 25.000 uomini.
I primi tentativi di utilizzo di palle di cannone compaiono già nei documenti a partire dal 1326: ad essere sparati erano palle di piombo o ferro oppure palle in cuoio piene di schegge e frammenti metallici.
Persi nella storia
Ma la storia dei proiettili dotati di miccia che esplodevano dopo aver raggiunto i loro obiettivi è stata meno gloriosa e segnata da più false partenze, con molti dettagli persi nella storia.
Sembra che intorno al 1450, gli artigiani iniziarono a riempire “palle di ferro cave” con polvere da sparo. Molte volte, però, la tecnica falliva. I cannonieri prima dovevano raggiungere l’apertura del mortaio, accendere la miccia della bomba e poi sparare velocemente. Se si sbagliava il momento, il cannone intero sarebbe esploso in faccia col proiettile ancora in canna. Inoltre, spesso si sbagliava la traiettoria del proiettile, mentre a volte la miccia si staccava in volo.
Gli specialisti militari del tempo più volte sperimentavano in segreto. Ma la tecnologia necessaria per tali bombe rimaneva irraggiungibile e difficile da migliorare. Durante la guerra civile americana (1861-1865), le due parti ancora si sparavano l’un l’altra usando solide palle di ferro.
Granate sacre
Il vescovo Galen, il dottor Stranamore del cattolicesimo, potrebbe essere stato all’avanguardia nel suo tempo. I proiettili scoperti hanno un’apertura che contiene, oltre alla polvere da sparo, un paletto di legno inculcato fino al centro. Attaccata alla parte esterna della palla vi è una rete fatta di spesse corde che si collegano tutte alla miccia di legno. “La palla era anche rivestita con bitume e avvolta in un panno ruvido”, aggiunge Hüser.
L’ipotesi è che le miccie si accendessero da sole grazie al calore emanato al momento dello sparo nella canna, bruciando ancora in volo.http://www.blogger.com/img/blank.gif
Un’idea affascinante che gli scienziati stanno verificando con l’ausilio di analisi chimiche e immagini a raggi X.
Un vecchio ritratto di Galen, nel frattempo, sembra supportare la teoria di Hüser. Esso mostra il principe-vescovo con uno sguardo severo e abiti da chiesa scuri. Dietro di lui c’è un cielo pieno di proiettili di fuoco sparati in aria.
Quelli non sono le stelle di Betlemme, sono granate sante di Galen.
Fonte e Foto: http://ilfattostorico.com/
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