Sono 3418 le monete puniche del terzo secolo a.C. finora scoperte nei fondali di Cala Tramontana, a Pantelleria.
Soddisfatto il direttore delle operazioni, Giovanni Di Fisco: «È stata una sorpresa. Da giugno lavoriamo alla creazione di itinerari archeologici subacquei nella cala, a una profondità compresa tra i 15 e i 22 metri. Sapevamo della presenza di reperti, soprattutto di anfore, ma non immaginavamo di trovare un tesoro. All’inizio erano solo seicento monete, poi giorno dopo giorno sono diventate più di tremila».
Come spiega il ricercatore Francesco Spaggiari indicando i reperti, è «identica l’iconografia di tutte le monete ritrovate, molto diffuse, coniate tra il 264 e il 241 avanti Cristo, anni in cui i Romani completavano la conquista della Sicilia, con Pantelleria come ultimo baluardo cartaginese».
Per il coordinatore scientifico del progetto, Leonardo Abelli, la presenza di tante monete uguali può far escludere l’ipotesi di un pagamento frutto di un commercio, «perché i tagli delle monete sarebbero stati differenti». Al contrario, rilancia la tesi di uno scontro con la nave cartaginese forse appena salpata dalla stessa Pantelleria «con un carico di monete destinato a finanziare la missione antiromana presso i partiti punici della Sicilia».
L’obiettivo della regione Sicilia è di lasciare nell’isola i tesori di Pantelleria, con la speranza di bloccare il piano di trivellazioni petrolifere che minaccia l’orizzonte dell’isola a causa del possibile incremento delle piattaforme offshore.
FONTE E FOTO: Corriere della sera