Da oltre 30 anni la VIKING produce metal detector di alta qualità.
Oggi vogliamo presentare la serie VK40, a nostro parere una serie molto interessante nonchè serie di punta come vendite e sponsorizzazione.
La serie VK è stata migliorata rispetto alla precedente con l'aggiunta di una nuova scheda elettronica e un nuovo box più ergonomico e avanzato.
Le migliorie elettroniche si notano subito con un sostanziale aumento della sensibilità e della discriminazione grazie a sofisticati accorgimenti elettronici.
Il più evoluto della serie è sicuramente il VIKING VK40.
Le caratteristiche che lo distinguono dagli altri modelli sono la piastra di ricerca da 9,5" concentrica e la tastiera a membrana sul display. La piastra più grande permette una ricerca molto in profondità, mentre la tastiera a membrana sul display permette una veloce e più precisa regolazione di settaggio del metal detector durante la ricerca. Il microprocessore è in grado di mantenere le regolazioni di settaggio impostate in precedenza, in modo da riutilizzarle in seguito senza perdere tempo ad impostarle nuovamente.
Il VIKING 40 ha 3 modi di ricerca:
* MOTION: per la ricerca in discriminazione dei metalli
* NON MOTION AUTOMATICO: per una maggiore accuratezza di rilevazione del bersaglio rilevato
* NON MOTION Retuning: che consente di rilevare anche piccoli bersagli molto profondi
Caratteristiche
* 3 modi di ricerca: Motion / Non-Motion Automatico / Non-Motion Retuning
* Microprocessore con memoria dei settaggi impostati
* Pulsante pinpoint (non motion )
* Pulsante MENU
* Pulsante accensione
* Pulsanti a freccia per regolare le funzioni interne
* Display LCD
* Indicatore stato batterie su display
* Altoparlante interno
* Spinotto per cuffie stereo 6,5 mm
* Asta telescopica
* Piastra di serie: 9,5" concentrica impermeabile
* Alimentazione: batteria 9V inclusa
* Autonomia di ricerca: oltre 15-20 ore
* Regolazione asta: da 115 a 130 cm
* Peso: 1.400 gr
VK40 Viking
Costruire un Metal detector - Realizzare circuiti stampati
In questo tutorial sono descritte alcune metodologie utili per realizzare in casa un circuito stampato (PCB - Printed Circuit Board).
Per realizzare un circuito stampato sono necessarie diverse fasi di lavorazioni, più o meno complesse:
1. Il progetto del circuito ed il disegno delle connessioni
2. Il trasferimento del disegno dalla carta (o dallo schermo del PC) al rame
3. L'incisione chimica del circuito stampato con un "acido"
4. La saldatura a stagno dei componenti elettronici
5. Il collaudo
In queste pagine saranno descritte solo le tre fasi centrali. Il progetto di un circuito, il cosiddetto sbroglio (cioè il passaggio da uno schema elettrico alle connessioni fisiche dei vari componenti) ed il collaudo sono operazioni in cui, più che un tutorial, serve competenza, esperienza personale... e pazienza.
fonte:
http://www.vincenzov.net/tutorial/stampati/stampati.htm
Costruire un Metal Detector: Schema ed Istruzioni (parte 2)
Costruire un Metal Detector: Schema ed Istruzioni
L'articolo sotto è stato scritto da Paolo Del Toro.
Il MD che sto per proporvi è un apparecchio semi-professionale, è un progetto che ho ripreso da un vecchio Kit di Nuova Elettronica, io l’ho modificato, migliorato e semplificato. Ho anche ridisegnato il circuito stampato e la disposizione dei componenti.
Questo MD è di tipo “MOTION” ossia, deve essere tenuto sempre in movimento per segnalare un oggetto sepolto nel terreno, perché altrimenti dopo alcuni secondi il suono cessa. Dispone di due controlli di sintonia, quello grossolano e quello fine, viene alimentato da due batterie da nove volts collegate in serie, ma il consumo durante il funzionamento non supera i 35 mA.
Consente un’agevole ricerca (se viene costruito il “palo” come indico nel disegno) perché è leggero e bilanciato, normalmente non soffre di eccessivi slittamenti di sintonia salvo in casi di forti e brusche variazioni di temperatura, se poi si costruisce la bobina di ricerca secondo le indicazioni che allego, si ottiene una perfetta centratura (con la padella in fase di ricerca) della verticale dell’oggetto sotterrato.
All’accensione dello strumento bisogna, prima di sintonizzare lo stesso, attendere due o tre minuti per permettere ai semiconduttori all’interno del Box dei controlli di stabilizzarsi in temperatura. Quindi si ruota lentamente la manopola della sintonia grossolana “P3″ fino ad udire il suono del cicalino, poi la ruotiamo nel senso opposto fino allo spegnimento del suono ora si passa a ruotare la manopola della sintonia fine “P2″ fino a sentire nuovamente il cicalino e poi si ruota nell’altro senso fino allo spegnimento del suono emesso, (se il suono non cessa, ma è intermittente, attendere qualche secondo, poi ruotare ancora la manopola “P2″ fino ad ottenere la completa cessazione del suono, questo succede perché si va a impostare una delicata situazione di equilibrio del comparatore di tensione LM311) in questo modo otteniamo la massima sensibilità, e quindi una profondità di ricerca di 18 cm circa (in aria) rilevati con una monetina da 200 Lire. Ruotando poi la manopola “P3″ (Reg. Grossolana) ancora più indietro (di un millimetro per volta) si ottiene la sensibilità media, e poi quella minima.
Per scrupolo, (ma spesso non è necessario) ogni mezz’ora di ricerca, risintonizzare il MD utilizzando solo la manopola per la sintonia fine “P2″, in modo di avere sempre la massima sensibilità.
Per il montaggio dei componenti ho allegato il disegno particolareggiato, quindi non dovrebbero esserci problemi, mentre per quanto riguarda il circuito stampato, deve essere riprodotto dalla stampante secondo le dimensioni indicate nel disegno stesso, questo è tassativo (eventualmente se con la stampante non si riuscisse ad avere una stampa delle corrette dimensioni, utilizzate una fotocopiatrice che, ingrandendo o rimpicciolendo l’immagine vi consenta di ottenere le sopracitate misure), poi per la sua fabbricazione è meglio servirsi del processo di fotoincisione, questo per non avere cattivi funzionamenti dovuti all’inesattezza del disegno delle piste o delle dimensioni delle stesse (come spesso accade facendo il tracciato con il metodo del pennarello antiacido).
Inutile dire che le saldature vanno eseguite alla perfezione, stando attenti a non creare accidentali ponti di stagno tra le piazzole, attenzione anche ai componenti polarizzati.
Finito il montaggio dei componenti e collegata la bobina tramite il cavo schermato (a tre poli + schermo), ricontrollate poi accuratamente le saldature, si darà tensione e se il cicalino suonerà dovremo ruotare i due potenziometri di sintonia in un senso o nell’altro per farlo cessare. Ora dovremo tarare il circuito applicando i puntali di un tester (commutato per 10 Volt fondo scala) sui punti positivo e negativo di “TP1″, quindi ruotare il trimmer “P1″ fino a leggere sul tester una tensione di 6 Volt, se questa tensione non si riesce a raggiungere nemmeno ruotando il trimmer nel senso opposto, bisogna saldare in parallelo alla resistenza “R8″ un’altra di valore compreso tra 1000 ohm e 56000 ohm, quindi riprovare la taratura fino a quando non otterremo i fantomatici 6 Volt.
LA BOBINA L1
Per costruire correttamente la bobina di ricerca bisogna innanzitutto procurarsi un 200 metri di filo di rame smaltato di 0,5 millimetri di diametro, poi bisogna realizzare la “dima d’avvolgimento” ossia, si prende una tavola di legno di almeno due centimetri di spessore, vi si traccia un cerchio di diametro di 15 centimetri poi lungo il tracciato si inseriscono una ventina di chiodi, quindi fermando un capo del filo di rame, con un po’ di nastro adesivo alla tavola si comincia ad avvolgere 50 spire. Arrivati alla cinquantesima spira si fa una presa (attorcigliando il filo) lunga almeno tre centimetri e si fissa a sua volta con il nastro adesivo alla superficie della tavola, ora si ricomincia ad avvolgere (sempre nello stesso senso) altre 50 spire, e arrivati nuovamente alla cinquantesima spira (50 + 50= 100 spire), si taglia il filo in modo che ne avanzi circa 3 centimetri e si blocca sulla tavola.
Si estraggono (vedi disegno) alcuni chiodi e si inserisce sotto la prima spira (a contatto con il legno) un pezzetto di nastro adesivo, fasciando e bloccando l’avvolgimento, va fatto almeno in sei punti.
si estraggono tutti i chiodi rimasti e si staccano anche i terminali della bobina dalla tavola (ove li avevamo fissati con il nastro adesivo) e preso l’avvolgimento in mano si “nastra” (ossia si avvolge a spirale) lo stesso con del nastro isolante da elettricisti (vedi disegno) su tutto il diametro dell’avvoilgimento.
Bisogna ora costruire lo schermo elettrostatico (indispensabile). Si tagliano con l’aiuto di un righello alcune strisce di alluminio Domopack, lunghe una ventina di centimetri e larghe due, poi si comincia ad avvolgerle sul corpo precedentemente ricoperto di nastro isolante dell’avvolgimento seguendo un senso a spirale, dove termina una striscia se ne sovrappone di un centimetro un’altra e si continua ad avvolgere.
Attenzione, non si deve ricoprire tutto il diametro dell’avvolgimento con l’alluminio (vedi disegno), ma bisogna lasciare scoperti tre o quattro centimetri, nel punto dove fuoriescono i terminali. Ora si prende ancora una volta il nastro isolante e si ricopre l’alluminio precedentemente avvolto, “nastrando” come la prima volta a spirale, si deve però lasciare da un lato un centimetro di alluminio scoperto sul quale si arrotolerà del filo di rame nudo e stagnato (ottimo quello per i telefoni) naturalmente senza la guaina di plastica, questo per formare il terminale di massa che andrà poi saldato alla calza del cavo schermato.
Una volta che si è creato il terminale di massa, si finisce di ricoprire con il nastro isolante il resto dell’alluminio, questo anche per bloccare il filo di rame stagnato arrotolato sull’alluminio che fa da schermo.
La bobina così realizzata deve essere inserita in un contenitore rotondo di diametro appropriato, ottimi sono due sottovasi per i fiori, incollati uno sopra l’altro, con l’avvolgimento incollato sulla base del sottovaso inferiore cercando di centrare il diametro della bobina con il diametro del contenitore, al fine di ottenere un reale centro del piatto per poi localizzare con precisione la verticale degli oggetti sotterrati.
Comunque per qualsiasi informazione relativa alle varie fasi della costruzione dello strumento potete rivolgervi a me tramite l’indirizzo di posta elettronica: tex@bccmp.com.
Buon lavoro e in bocca al lupo per le vostre future ricerche. (P. Del Toro)
SOSTITUIRE IL CICALINO CON UNA PRESA PER LE CUFFIE
Come annunciato all’inizio dell’articolo, Paolo mi ha mandato il circuitino qui sotto per staccare il cicalino ed inserire un oscillatore al quale attaccare le cuffie (fate clic sull’immagine per vederla in grande).
Ecco lo schemino di un oscillatore basato sul celebre NE555 integrato ad 4 + 4 piedini che genera una nota udibile regolabile, da 700Hz a 1200Hz circa e che collegandovi la cuffia può sostituire il cicalino. Naturalmente il cicalino va tolto lasciando il collettore del transitor scollegato, ed il piedino 1 del 555 va collegato sul piedino 7 dell’integrato comparatore LM311 che è presente nel Metal Detector.
A nome dello staff ringraziamo Paolo per le informazioni che ci ha fornito.
Pulire oggetti con l'Elettrolisi
Articolo preso da www.grandoblone.it
La pulizia per elettrolisi è una tecnica che consiste nel ridurre la patina e le incrostazioni sulla superficie di una moneta, sospendendo la moneta stessa ad un polo del sistema immerso in una soluzione elettrolita, e facendo scorrere delle cariche in esso.
L'elettrolisi è ideale per qualunque tipo di metallo, in special modo per oggetti di ferro. Può essere usata con successo anche su monete d'Argento.
Potete costruirvi il vostro apparecchio per elettrolisi casalingo molto facilmente, utilizzando un piccolo carica batterie, oppure l'alimentatore di qualche piccolo apparecchio domestico (come un lettore di audiocassette). Potete anche provare con un carica batterie da motocicletta, ma evitate le versioni a 12V, poiché con una tensione tale rischiate anche di rovinare la moneta durante la pulizia.
Durante l'utilizzo di un apparecchio elettrico del genere, è buona norma tenerlo continuamente sotto controllo, senza mai perderlo di vista, poiché il carica batteria tende a surriscaldarsi molto facilmente, ed in condizioni estreme potrebbe anche sviluppare un piccolo incendio.
Preparazione del sistema: togliere la guaina plastica dall'estremità del cavo con i 6V del carica batterie (o dell'alimentatore), ed attaccare due morsetti a coccodrillo sui fili di rame.
Preparare la soluzione per la pulizia, buttando due cucchiai di sale da cucina ed un cucchiaio di succo di limone concentrato in una tazza di acqua tiepida. Invece del sale, si può anche usare della soda caustica, nel caso si voglia aumentare l'effetto di elettrolisi.
Attaccate un cucchiaio di acciaio al morsetto a coccodrillo connesso al polo positivo e immergerlo nella soluzione preparata. Attaccate la moneta da pulire all'altro morsetto a coccodrillo, ed immergete anch'essa nella soluzione. Dopo che sono stati fatti tutti i collegamenti, accendete il carica batterie.
Nota estremamente importante: Evitate che i poli positivo e negativo si tocchino, quando il sistema è acceso.
Probabilmente vedrete il formarsi di bollicine che frizzano nella soluzione. Questo significa che l'elettrolisi è in corso.
Il tempo necessario alla pulizia può variare in funzione della corrente (mA) del carica batterie utilizzato.
Comunque, una moneta non dovrebbe impiegare più di qualche minuto.
Quando la pulizia è terminata, spegnete il sistema, e solo dopo rimuovete la moneta dalla soluzione. Lavatela ora con acqua distillata ed asciugatela.
Se state pulendo una moneta d'Argento probabilmente noterete che l'argento ha formato uno strato di deposito di argento puro sulla superficie, il quale deve essere asportato.
Se lo strato di deposito è particolarmente sottile, può essere facilmente tolto con le dita, ma sovente questo strato è più spesso (e forma delle parti residue dure), rendendo difficile l'operazione di rimozione. Un breve ammollo in ammoniaca aiuterà ad ammorbidire questi residui.
La pulizia degli oggetti ritrovati
Riallacciandoci ad un vecchio post dove venivano spiegate dettagliatamente tutte le tecniche di pulizia, vogliamo riassumenre in poche righe quali adottare in base al tipo di metallo da pulire.
L'interessantissimo articolo è stato preso da www.tusciaitalia.it
Bronzo, Oricalco, Rame e Ottone
Per pulire questo genere di oggetti si mettono in ammollo con acqua distillata per circa 10 giorni.
Dopo di ché con uno spazzolino eliminare sotto acqua corrente il grosso della sporcizia. Se si vuole togliere la patina verde, mettere in ammollo per 6 - 8 ore in soluzione aceto (80%) - sale (20%). Dopo questa operazione strofinare con uno spazzolino da denti, intriso della soluzione nella vaschetta, su un panno di cotone. Se la patina è molto dura e consistente si può usare uno spazzolino con setole dure.
Tali operazioni, in caso non ottenessimo risultati soddisfacenti, possono ripetersi più volte.
Argento
Per quanto riguarda l'argento provvederemo ad ammollo in acqua distillata per un paio di giorni. Dopo di che con un po’ di bicarbonato inumidito con acqua su uno spazzolino, strofineremo con energia, poi risciacqueremo abbondantemente e controlleremo il risultato.
Se necessario ripeteremo la fase con bicarbonato.
Oro
Di solito l’oro non presenta grandi difficoltà di pulizia; un lavaggio sotto acqua corrente ed una spazzolata sono più che sufficienti. Oppure mettere in ammollo per qualche minuto nell'alcool denaturato.
Oggetti Moderni
Spalmare un piccolo quantitativo di dentifricio direttamente sugli oggetti e con uno spazzolino da denti si sfrega, poi lavare per togliere il residuo e gli oggetti da neri tornano del colore originale.
Se le operazioni non danno risultati soddisfacenti pulire immergendoli in una soluzione di aceto e sale, per pochi minuti.
Portable Antiquities
In Gran Bretagna da alcuni anni esiste un programma finanziato dai fondi della lotteria nazionale per monitorare e sostenere l'attività di alcune migliaia di cercatori di tesori dilettanti che battono i campi muniti di metal detector alla ricerca di reperti archeologici.
Il programma si chiama Portable Antiquities scheme e ha permesso di ritrovare più di 30.000 oggetti creati fino a 5000 anni fa e di scoprire migliaia di siti archeologici che hanno ridisegnato la mappa della storia britannica.
Molti degli oggetti ritrovati sono di origine romana e anglosassone ma, ad esempio, nel Kent è stata ritrovata una coppa d'oro risalente a 4.600 anni fa. Questo reperto è uno dei più antichi manufatti della storia inglese.
Il programma funziona in questo modo. I cercatori, ottenuto il permesso dai proprietari dei terreni, battono la campagna con il metal detector e riportano gli oggetti eventualmente scoperti al più vicino dei 12 uffici sparsi sul territorio incaricati di registrare il ritrovamento. Quasi sempre il reperto viene restituito allo scopritore e solo quelli più significativi vengono trattenuti per essere esposti nei musei.
Il programma, data la grande adesione da parte dei cercatori è stato ampliato inducendo il governo a continuare a finanziarlo. I responsabili dei Portable Antiquities hanno valutato che 3,5 milioni di sterline - 5,6 milioni di euro - per i prossimi tre anni consentirebbero non solo di mantenerne in piedi la struttura organizzativa, ma consentirebbe loro di ampliare il numero dei centri di raccolta da 12 a 41, dando un ulteriore contributo alla lotta contro gli scavi archeologici illegali.
Prosegue quindi l'enorme successo di questa iniziativa in Inghilterra, ormai è diventato un vero punto di riferimento per l'archeologia inglese. Sono stati inventariati più di 102.000 oggetti nel database della rete di computer sparsa su tutto il territorio inglese, ci sono più di 30 uffici, quotidianamente i detectoristi vi riversano gli oggetti ritrovati, vengono catalogati con cura aprendo per ognuno una scheda. Vengono fatti anche accurati sopralluoghi nei nuovi siti archeologici scoperti, ove necessario vengono effettuate delle campagne di scavo con a capo archeologi di professione che setacciano i luoghi con la dovuta indagine scientifica. In questa fase vengono coinvolti gli stessi scopritori che con l'entusiasmo, la motivazione e una certa conoscenza vengono coinvolti e non esclusi. In questo modo tutti hanno il loro ben da fare e la cultura viene anche accresciuta sul "campo". C'è da dire che i detectoristi coinvolti non sono solo uomini, ma nella maggior parte dei casi ci sono intere famiglie con i più giovani animati di un entusiasmo inverosimile. Questa è la magia di quest'hobby che unisce intere famiglie in un'unica grande passione: il metal detector.
Certo non nascondiamo una grande invidia per i colleghi inglesi, dotati di grande esperienza, grazie a questa legge, diventati i migliori detectoristi al mondo.
Portable Antiquities Scheme: www.finds.org.uk
Quanto vale la mia moneta?
Bellissimo articolo preso da www.tusciaitalia.it
Il valore numismatico di una moneta dipende da alcuni fattori:
Il tipo di moneta
Può sembrare assurdo, ma qualcuno mi ha chiesto cose del tipo quanto vale
una moneta del 1783?. Le monete non vanno ad annate come il vino. Quindi
sapere di che moneta stiamo parlando è fondamentale... Servono tipo, anno e
zecca.
Stato di conservazione
È il parametro in assoluto piú importante. Si stabilisce osservando se la
moneta presenta tracce di usura, graffi, colpi etc. Difficile da valutarsi per chi
non è esperto; non basta dire che la moneta è in buono stato occorre farla
vedere o mostrarne una immagine (dettagliata!). Viceversa, senza una
immagine o senza vedere la moneta dare una cifra è come estrarre i numeri
della tombola.
Richiesta dal mercato
Nulla a che vedere con la rarità; una moneta può essere rara ma non molto
richiesta dal mercato. Ad esempio, a parità di rarità, una moneta del Regno
d'Italia (piuttosto collezionato e quindi ricercato) varrà ampiamente di piú rispetto
a monete di altri periodi storici ma meno collezionati.
Antichità
Praticamente ininfluente, monete di anche un paio di millenni si possono
acquistare anche per pochi euri mentre monete recenti possono valere anche
centinaia di volte di piú.
Materiale
Mal che vada una moneta d'oro vale almeno il peso dell'oro. Ma per il resto il
materiale non influenza il valore di una moneta (no, pochi grammi di argento non
contano!).
Originalità
Bancarelle o cassetti di parenti (quasi sempre il nonno) abbondano di monete
false il cui valore è praticamente zero. Se avete rinvenuto una moneta che
varrebbe anche un bel po' di soldini se fosse autentica ma nessuno in famiglia
ne era al corrente, rassegnatevi: è un falso. No, non ha importanza anche se era
in casa da decenni o se apparteneva al nonno, i falsi non sono stati inventati la
settimana scorsa.
In particolare abbondano i falsi dozzinali delle seguenti monete:
· 5 lire 1901
· 5 lire 1911
· 5 lire 1914
· 20 lire 1928 cappellone o elmetto anche nella versione fantasiosa con
Mussolini
· 20 lire 1927/8 littore
· 5 lire 1832 Maria Luigia
· 5 lire 1813 Murat
· 8 reales TU DOMINE SPES MEA 1752 (la moneta originale sarebbe
d'oro)
· 5 lire 1898 di San Marino
Per ultima una cosa che personalmente mi sembra ovvia, ma per altri
evidentemente lo è di meno; FAC SIMILE significa che è una copia senza
valore...
Tuttavia, non è impossibile trovarsi in casa qualche moneta che, seppur non vi
permetterà di cambiare l'automobile, qualche soldino potrebbe valerli. Nel caso
delle monete della Repubblica Italiana
· tutte quelle del 1946 e 1947 (difficile ma capita)
· 5 lire 1956
· 2 lire 1958
· 50 lire 1958
· 100 lire 1993 testa piccola
Ci sono poi monete che la vox populi ritiene erroneamente di valore:
· 1000 lire con i confini sbagliati (vale 52 centesimi ma affrettatevi, avete
tempo fino al 2012 per cambiarla!)
· 500 lire d'argento con la caravelle con le bandiere controvento (questa sì
che vale qualcosa, ma quella che avete voi le bandiere le ha messe
giuste...).
· 500 lire d'argento con le caravelle, quadriga oppure Dante: se circolate il
valore è grossomodo quello dell'argento contenutol; piú o meno 1,50-2
euri.
Articolo tratto dal sito www.numismatica-italiana.lamoneta.it/
Sandali con metal detector per i cercatori di tesori della domenica
Da bambini le storie di pirati e tesori sepolti erano le vostre preferite? Ogni volta che mettete piede su una spiaggia vi chiedete quali tesori meravigliosi siano nascosti sotto la sabbia?
C’è chi ha smesso di porsi queste domande ormai da un pò, e si è messo all’opera: sono in molti che, armati di metal detector, vanno in giro per le spiagge alla ricerca di monete e gioielli perduti dai turisti oppure di chincaglierie antiche.
Fare il cercatore di tesori a tempo perso non significa però necessariamente che dobbiate rinunciare allo svago ed al divertimento: i vecchi metal detector sono strumenti ormai obsoleti, e gli avventurieri da spiaggia possono ormai andare alla ricerca di tesori semplicemente passeggiando.
I sandali Hammacher Schlemmer che vedete qui in basso sono lo strumento che vi permetterà di andare a caccia di monetine mentre siete in vacanza: le curiose calzature hanno infatti un metal detector incorporato che rileva i metalli sotto ai piedi di chi le indossa.
I sandali costano 59,95 $ (circa 43 €) sono equipaggiati di batteria da fissare al polpaccio.
Il rivenditore dichiara che hanno un’autonomia di sei ore e riescono a scandagliare il terreno fino a 60 cm di profondità, secondo noi possono raggiungere massimo i 10 cm di profondità, comunque l'idea è stata molto originale...
FONTE: www.noantri.com
Tutti col metal detector a caccia di tesori
Articolo scritto da Federica Caccavello (http://www.canino.info)
Tra i tanti suoni delle giornate primaverili sulla battigia, tra il vociare dei bambini e degli adulti che si godono le prime tintarelle, mi accorgo di uno strano individuo che alla lontana sembra spazzare la battigia.
Ad un più attento esame ed avvicinatomi ad esso mi accorgo che non si tratta affatto del solito bagnino o addetto comunale intento a ripulire la sabbia.
Questo è quello che mi è accaduto in una nota località turistica toscana durante una giornata primaverile.
Non ero comunque l’unica ad aver notato la scena, altri curiosi si erano avvicinati allo strano individuo pur mantenendosi distanti e l’uomo non sembrava dare molta importanza al piccolo capannello di persone che lo stava a guardare. Forse io per la mia curiosità innata o per essere meno timida mi sono avvicinata al ragazzo ed ho fatto la fatidica domanda: “scusi cosa sta facendo?”
E’ a quel punto che il ragazzo alza gli occhi dalla battigia, si toglie dalle orecchie le cuffie e mi risponde con fare sicuro di chi aveva in passato risposto altre volte alla stessa domanda: “cerco l’oro!”.
La curiosità ormai era tanta non mi bastava quella risposta sintetica e vedendo anche una faccia simpatica di fronte a me ho incominciato a bersagliare di domande il mio interlocutore.
Scopro che viene dalla provincia di Viterbo e precisamente da Canino. Daniele Risi, questo è il suo nome, è quello che si definisce un goldbuster, ossia un cercatore di tesori. Il suo hobby è in sostanza quello di cercare oggetti persi dai turisti sulla battigia come anelli, braccialetti, catenine, orologi ma anche monete ect. con il suo cercametalli.
Gli chiedo come funziona quello strano strumento formato da un’asta metallica terminante con un piatto di forma circolare. Mi spiega che funziona mediante la trasmissione di segnali elettromagnetici e che quando il segnale proveniente dalla bobina investe un oggetto metallico, questi a sua volta genera un altro campo elettromagnetico che viene ricevuto ed analizzato dal cercametalli.
Incuriosita gli chiedo se ha trovato qualcosa durante la giornata odierna.
Spento lo strumento di ricerca, mi apre un marsupio e tra vari pezzi di ferro, strappi di lattine ect, scorgo svariate monete, le vecchie lire ma anche alcuni centesimi di euro. Poi apre un'altra tasca, più piccola e tira fuori due anellini d’oro con delle pietruzze colorate e altri anellini stavolta d’argento.
Meravigliata dal bottino mi faccio più sfacciata facendogli domande a raffica. Il tempo si era oltremodo annuvolato ed il vento alzato cosicchè molti dei bagnanti incuriositi ritornavano alle loro auto.
Vengo così a sapere da Daniele che il fenomeno del metaldetecting, ossia dei cercatori con metaldetector, è parecchio diffuso in Italia. A suo dire tra stime non ufficiali pare siano coinvolti c.a. 10 mila persone. Allora gli chiedo: “ma io è la prima volta che ne vedo uno”. E lui accennando un timido sorriso mi spiega che non tutti vanno a cercare sulla sabbia, ma c’è anche chi cerca monete antiche in campagna, chi cerca i residui delle due guerre mondiali soprattutto nelle zone di trincea. Poi mi indica una figura a c.a. 300 mt, in acqua, ed a c.a. 10 mt dalla battigia. Vengo a scoprire che è anch’esso un cercatore ma che opera prevalentemente in acqua.
Ormai incuriosita gli chiedo di farmi conoscere il suo amico, così ci avviciniamo a lui dalla riva. Sopragiunti nelle sue vicinanze, Daniele lo chiama e gli fa cenno di avvicinarsi. Noto già la diversità di abbigliamento, difatti mi si presenta vestito con una muta, di quelle che usano i surfisti durante i freddi autunnali, impugna inoltre un lungo bastone di legno che si trascina appresso.
Giunto sulla riva, rompo il ghiaccio anche con lui e vengo a sapere che viene da Roma e che si chiama Patrick delle Macchie. Mi racconta che la sua ricerca avviene prevalentemente in acqua perché è li che la maggior parte della gente perde i propri preziosi. Difatti mi spiega:”l’acqua favorisce il restringimento delle falangi ed è più facile perdere gli anelli, inoltre le creme abbronzanti fanno si che questi ultimi scivolino più facilmente”. Continua spiegandomi come non tutte le zone sono buone, bisogna cercare “la buca con il fondo duro”, ossia quel particolare tratto di spiaggia in cui il moto ondoso ha scavato la sabbia, facendo si che sia più semplice individuare l’oggetto.
Anche a lui chiedo di mostrarmi il suo tesoro di giornata, e mi tira fuori due orologi e tre fedi d’oro con ancora incisi i nomi e le date di matrimonio. Mi spiega inoltre come la maggior parte dei ritrovamenti sia costituita da fedi matrimoniali e come siano più gli uomini che le donne a perderli. Pare che dove va in vacanza, in Abruzzo, molti turisti vedendolo in acqua la mattina presto, gli chiedano di ritrovare i loro anelli o catenine persi.
“Spesso vengono da me persone disperate che hanno perso la fede nuziale a cui tenevano molto, in molti casi ricordo del loro coniuge defunto, e quando lo ritrovo sono più contento di loro”.
La mia curiosità adesso si sposta sulle loro persone e gli chiedo se questo sia per loro un semplice hobby od un lavoro. Continuando con il discorso, anche Patrick mi conferma che sono molti i cercatori nel nostro paese, ma mai in proporzione come negli Stati Uniti od in Inghilterra, dove quello del metaldetecting è un hobby molto diffuso.
Orgoglioso mi spiega che gli appassionati che cercano in acqua sono molti di meno e che quando lui ha iniziato all’età di 13 anni era visto come un marziano e veniva deriso dalle persone ma sopratutto dai suoi stessi coetanei. “Adesso quasi tutti sanno cosa stai facendo, anche se tra le persone non mancano domande curiose, come se sto controllando l’inquinamento dell’acqua, oppure quali pesci abboccano. Ma la cosa più divertente mi capitò al lago di Bracciano dove mi venne chiesto se cercavo le vongole”. Mi spiega come in acqua è necessaria un’ attrezzatura differente da chi come Daniele cerca sulla sabbia. Innanzitutto il cercametalli deve essere stagno e deve essere un modello che non viene disturbato dalla mineralizzazione e dai sali disciolti in acqua e poi bisogna avere una muta ed un attrezzo di scavo idoneo che ognuno costruisce a suo piacimento.
Vengo così a sapere che esiste anche una rivista dedicata a questo fascinoso mondo dal titolo Metaldetector collegato ad un sito www.metaldetector.it ed una associazione l’A.r.e.a con sede centrale a Cervia, dove pare sia la patria dei cercatori in acqua, il cui indirizzo internet è www.areait.org che accomuna i ricercatori italiani sparsi nelle varie regioni. Inoltre viene svolto un campionato nazionale chiamato Grande Slam arrivato ormai alla X edizione che si compone di 6 tappe l’ultima delle quali avrà luogo l’ 8 settembre proprio a Cervia sulla costa romagnola, ognuna svolta in una regione differente, in cui il maggior punteggio accumulato fa vincere un trofeo in oro di oltre un etto.
E pare che Daniele questo trofeo l’abbia vinto nel 1998, e che anche quest’anno sia temporaneamente in testa alla classifica dopo tre tappe svoltesi in Sardegna, nel Lazio ed il Toscana, seguito a ruota dal compagno di ricerche Patrick. Ormai le mie domande non finiscono più, e chiedo ai miei interlocutori qual è stato il ritrovamento più importante.
Ambedue si guardano ed accennano un sorrisetto. “Alla fine non è tanto l’oro che conta quanto le pietre che ci sono attaccate, capita di trovare qualche brillante o altra pietra preziosa incastonata”, proseguendo Patrick mi dice:”il ritrovamento più curioso invece è stato un dente d’oro staccatosi da qualche protesi dentaria, trovata in acqua”. Daniele invece mi spiega come le nostre spiagge siano cosparse di detriti. A fine giornata tra le monete e gli oggetti preziosi che trovano, recuperano anche molta immondizia ferrosa che gettano poi negli appositi cassonetti. “Bisognerebbe che le persone che vanno al mare capissero che buttare uno strappo di lattina di alluminio o la carta stagnola è un gesto che lascerà l’impronta per decine di anni, e che non rimarrà mascherato da un dito di sabbia o di acqua ma che si ripresenterà puntualmente ai nostri occhi, deturpando la natura in maniera irreversibile”.
Così vengo a sapere che lo scopo delle gare è anche quello di ripulire certe zone inquinate dai rifiuti ferrosi di varia natura, lasciati dall’uomo nel corso degli anni.
Ormai è più di due ore che sono a parlare con loro, e forse per il clima di simpatia che si è creato mi fanno due regali. Daniele mi regala uno degli anelli che ha trovato mentre Patrick mi regala un bell’orologio cronografo trovato anch’esso ma in acqua.
Ormai mi sono fatta amici due cercatori, e già scrutandomi le mani mi dicono che porto troppo oro addosso, il rischio di perderlo a sentire loro è alto. In effetti dopo aver parlato con loro la prossima volta che andrò a fare il bagno o solamente a passare la giornata sulla sabbia sarò ben attenta a non indossare nulla oppure li potrò sempre chiamare a fare da scorta ai miei tesori.
PRIZM WHITES 6T, UN METAL COMPLETO
Un prodotto di media fascia con un prezzo medio/basso.
Il primo approccio è decisamente positivo, i suoni sono limpidi e chiari. sia mono che multi tono.
E' sicuramente un metal da spiaggia, che va bene sia su sabbia asciutta che sul bagnato.
La piastra concentrica è un pò svantaggiata nel lavorare su posti scomodi come intorno ai lettini o eventuali ostacoli ferrosi che si possono trovare in spiaggia, perchè tende ad agganciarli lateralmente e quindi genera un concerto di suoni strani.
Possibile qualche falso segnale iniziale, ma cio' è normale perchè il processore fa uno sforzo tremendo avendo un flusso magnetico molto alto.
La luce sull' lcd è molto utile.
Il VDI è chiaro, e la risposta è molto simile all'm6.
Il peso è poco di piu' di un ACE250, quindi molto piu' comodo rispetto all'm6, dfx...
La parte elettronica e alloggio pile sono in plastica, ma strutturalmente molto solidi.
Sicuramente la piastra dd piccola ne accentuerebbe le prestazioni, tuttavia il 6t così come è devo dire che è un metal che non ha nulla di meno di altri metal di fascia molto piu' alta.
L'autotrack aggiorna costantemente il terreno, offrendo stabilita' allo strumento.
Direi che questo metal è indicato a chi non vuole perdere tempo in settaggi, e con un occhio particolare al portafoglio.
Anche sui terreni sove ci sono un pò di disturbi di mineralizzazione è un vero cecchino per le monete.
Il mio giudizio su una scala da 0 a 10 è 7.
Confronto tra fisher F4 e Garrett ACE250
Il post si riallaccia ad una discussione del mitico Amadeus su questi due strumenti.
Fonte: metaldetectornewgolddream.forumfree.it
Il Fisher F4 è l' unico metal al mondo dal costo contenuto ad avere di serie una piastra a doppia D, ma non una doppia D qualsiasi bensì la doppia D di cui sono equipaggiati sia il Teknetics T2 che il Fisher F75 che sono metal dal costo molto ma molto più alto.
Il Fisher F4 sopperisce ad alcune carenze tipiche del Garrett ACE250 mantenendo quelle che sono le virtù dell' ACE250.
Questo metal detector ha una grande sensibilità che gli consente di rilevare benissimo e a buone profondità le collanine di oro sottile che mandano in crisi molti metal di fascia superiore.
Il Fisher F4 disponendo di una piastra a doppia D può lavorare in tratti di spiaggia a mineralizzazione negativa dove il Garrett ACE250 non può lavorare.
Il Fisher F4 disponendo sia di una piastra a doppia D che del bilanciamento del terreno sia presettato (per quelli che non amano smanettare con i settaggi) che manuale lavora bene anche in battigia dove il Garrett ACE250 proprio non và perchè il Garrett ACE 250 non dispone ne di una piastra a doppia D ne del bilanciamento manuale del terreno.
Ma il Fisher F4 lavora meglio in battigia anche del Teknetics T2 e del Fisher F75 perchè dispone di una frequenza di lavoro più bassa che come si sà è più adatta per lavorare sia in tratti a mineralizzazione negativa sia in tratti a mineralizzazione positiva perchè meno sensibile ai microminerali disciolti nel terreno.
Il Fisher F4 dispone di un alimentazione di ben 18 volt che gli conferisce maggior potenza di penetrazione, contro i 6 volt del Garrett ACE250 e contro i 6 volt sia del Teknetics T2 che del Fisher F75 che sono metal dal costo di gran lunga superiore.
Il Fisher F4 come spiegato sopra rileva bersagli più in profondità del Garrett ACE250 che come si sà non è un gran che come potenza di penetrazione, in oltre pur pesando qualche grammo in più del Garrett ACE 250 risulta essere più leggero (provare per credere) ed è anche molto più leggero del Tecnetics T2 e del Fisher F75 che pesano 1.6 KG e che costano molto di più.
Il Fisher F4 è dotato di un display con i numeri identificativi del bersaglio che vanno fino a 100 per una migliore e più accurata identificazione del bersaglio contro le dodici tacche del display del Garrett ACE250.
Di solito per avere una piastra a doppia D occorre comprare un metal che costa molto di più di un F4 e poi secondariamente la piastra a doppia D ci stà da comprarla a parte e costa molto cara quindi una spesa che si và ad aggiungere al costo iniziale del metal..... lo stesso discorso vale per il bilanciamento manuale del terreno o "Ground Balance" che troviamo solo in metal di fascia di prezzo alta..... con il Fisher F4 invece si possono avere queste due cose ad un prezzo molto contenuto ovvero si può disporre di optional creati per metal di fascia alta ad un prezzo di fascia media.
Quindi secondo noi F4 batte Garrett ACE250 per 2 - 0
Fisher F75
Premettiamo con il dire che se la paziensa non è una vostra dote allora lasciate perdere questo macchinario.
L'F75 è un grande strumento che premia la pazienza.
Il fisher f75 nasce dal progetto innovativo ed ergonomico dello stesso teknetics t2 che come potete vedere ha lo stesso frame e centrale, cambiandone solamente qualche funzione del display. Il fisher f75 e' il piu' evoluto della fisher, una macchina per tutti gli usi di ricerca.
Questo metal detector ha tutte le prestazioni dal quale ci si puo' aspettare da un metal detector marca fisher. Leggero e ben bilanciato ergonomico con un grande display che mostra tutte le informazioni sull oggetto e i comandi di programmazione
Il design accattivante e lo schermo retroilluminato sono le sue caratteristiche estetiche che fanno di questo metal una macchina all'avanguardia e che si comporta molto bene in tutte le situazioni di lavoro.
Iniziamo elencando le caratteristiche:
Metaldetector digitale. L’ampio display fornisce l’indicazione visiva sulla tipologia dell’oggetto e sulla profondità.
Tramite il menù è possibile variare diversi parametri, come la sensibilità, la soglia audio e la discriminazione.
Il bilanciamento del terreno è regolabile, così da potersi adattare a qualunque superficie.
Caratteristiche principali
• leggero, ben bilanciato ed ergonomico
• Intuitivo menu di programmazione ed interfaccia utente
• grande display lcd
• Visualizzazione delle informazioni piu importanti sul display:
tipo dell oggetto
conducibilita oggetto
profondita dell oggetto e centramento
mineralizzazione del terreno
• modi di utilizzo e ricerche multiple di uso:
Discriminatione
tutti i metalli statica All-Metal
tutti i metalli in movimento All-Metal
• interruttore fastgrab per bilanciamento terreno con override manuale Trigger-actuated FASTGRAB™
• piastra speciale a doppio dd elittica
• grilletto per centramneto oggetto con suono variabile
• stelo aggiustabile e confortevole
• Display retroilluminato per ricerche notturne
• controlli di discriminazione e filtro notch
Come prima cosa vorrei smentire tutti coloro che si lamentano dei consumi delle batterie, con 4 stilo da 1,5 V garantisce oltre 40 ore di lavoro.
La discriminazione è il suo fiore all'occhiello, infatti è una macchina in grado di rilevare piccole monetine immezzo a ferri e stagnole.
L'F75 richiede un pò di pratica prima di iniziarlo ad usare al 100% delle sue potenzialità, soprattutto ci vuole pratica nel bilanciare il terreno e nel tarare al meglio tutti i parametri in base alle caratteristiche del terreno dove si stà cercando...
Concluderei dicendo che è una macchina che da molte soddisfazioni, anche se non immediatamente, ma è molto probabile che una volta che il cercatore ha imparato a capirla difficilmente se ne separerà.
TEST WHITE'S MATRIX M6
FONTE: www.mediaelettra.com
Il Matrix M6, come tutti gli ultimi modelli di metal detector, si presenta col colore nero e con le scritte oro ai lati dei comandi e con il cavo della piastra grigio. L’asta di sostegno è di tipo telescopico ed è scomponibile in tre parti. Le prime due sono in alluminio mentre la terza è di plastica molto resistente. E tutte e tre nere. La piastra di ricerca misura 9,5" (22,8 cm), a differenza di quelle montate nei modelli precedenti è più alta e robusta. Viene definita a stella in quanto in rilievo e nella parte superiore ci sono quattro nervature che possono rappresentare le quattro punte di una stella. L’impugnatura è nera spugnosa e antiscivolo in modo da poter garantire una buona presa all’operatore. Il bracciolo è nero e in alluminio. Il bracciolo viene fornito di cinghia in nylon, la quale, una volta fissata al braccio, permette un ottimo bilanciamento del peso del metal detector. Il display digitale è situato sopra all’impugnatura e sotto di esso ci sono, serigrafati, alcuni disegni e valori esplicativi del tipo di materiale che è possibile rilevare. Una cosa che salta subito all’occhio è che il display non è dotato di illuminazione quindi sarà difficile leggere i valori al buio. Dietro all’impugnatura è posto un interruttore a levetta che serve per effettuare il PINPOINT ( centramento dell oggetto ) e per resettare la macchina ed eventualmente passare alla modalità multi tono. Sotto al bracciolo realizzato in metallo di colore nero troviamo il box dei controlli. A differenza dei vecchi White’s, il Matrix M6 è stato notevolmente semplificato ed i comandi sono di molto ridotti.
Troviamo infatti solamente due potenziometri. Uno che regola l’accensione e la sensibilità e uno per la discriminazione dei metalli. È presente anche un interruttore a levetta da utilizzare a seconda del tipo di terreno sul quale viene effettuata la ricerca. Nella parte alta del control box si trovano la presa per le cuffie che, come la maggioranza dei cercametalli, è da un quarto di pollice e lo sportellino che da’ accesso al vano batterie. L’alimentazione è fornita da 8 batterie stilo da 1,5 V alloggiate in un apposito contenitore posto all’interno della scatola comandi. Come per la grande maggioranza dei metal detector White’s, anche per il nuovo Matrix M6 la casa non fornisce in dotazione le batterie ricaricabili. Bisogna considerare il fatto che, generalmente, le batterie ricaricabili hanno una tensione più bassa( 1,2 V ) rispetto alle batterie normali ( 1,5V) quindi non è garantito il corretto funzionamento del metal detector o per lo meno non è garantita la piena autonomia. Questo potrebbe essere considerato un difetto, soprattutto per i cercatori più esigenti.
PROVE TECNICHE:
Sabbia asciutta e battigia.
Il primo terreno preso in esame, è la spiaggia. Un terreno solitamente molto difficile per la grande maggioranza di metal detector. Di solito i problemi si evidenziano sulla battigia in quanto i disturbi dovuti alla salsedine, molto spesso non consentono di usufruire a pieno delle potenzialità del proprio metal detector, costringendo spesso il cercatore ad abbassare in maniera considerevole la sensibilità o ancora peggio a spostarsi verso la sabbia asciutta. Questo però non è il caso del Matrix M6. Il nuovo detector infatti, grazie al comando AUTO TRACK impostato su BEACH permette una ricerca stabile in prossimità dell’acqua di mare con risultati abbastanza soddisfacenti considerando il fatto che non si tratta di uno strumento subacqueo. Prima di cominciare la ricerca impostiamo il multitono (levetta sotto l’impugnatura rivolta verso il basso) e con il potenziometro della discriminazione spostato sul numero 1. Con i parametri impostati in questo modo tutti e tre i nostri campioni sono stati rilevati a discrete profondità partendo dai 15cm del campione da 20 centesimi fino ad arrivare a 22 cm per la moneta da 1 euro. Spostandoci sulla sabbia asciutta, com’è facile immaginare, le prestazioni migliorano. Tutti e tre i campioni vengono rilevati a profondità maggiori. Si passa ad una rilevazione di 20 cm per la moneta da 20 cent, 23 cm per i 50 cent e di circa 28 cm per la moneta da 1 euro. Sul display digitale il valore VDI varia indicativamente tra i +57 ed i +62 ed il suono della rilevazione ha un tono abbastanza alto proprio per indicare la bontà della rilevazione.
Terreno di montagna.
Il secondo terreno in cui eseguiamo il test tecnico, è un terreno di montagna. Anche su questa tipologia di terreno il Matrix M6 raggiunge prestazioni soddisfacenti. Come noto a tutti i cercatori, i terreni di montagna risultano essere abbastanza insidiosi soprattutto quando si tentano i rilevamenti in presenza di arbusti, radici e cespugli che risultano spesso un ostacolo soprattutto se si lavora con strumenti di tipo motion. Questi problemi sono risolvibili ( anche se non proprio in maniera facile e comoda ) grazie alla levetta del pinpoint che permette di trasformare il cercametalli da MOTION a NON-MOTION permettendo così una più facile e precisa rilevazione dell’oggetto. Dopo aver seppellito con cura i vari campioni procediamo alla rilevazione. Come prima cosa però impostiamo la levetta auto track sulla posizione ON. La posizione ON è usata sui terreni normali e riconosce automaticamente il tipo di terreno adattandosi ad esso. Impostiamo il potenziometro della sensibilità il più possibile a destra possibile fino ad un punto da non avere più interferenze e disturbi. Tutte e tre le nostre monete vengono rilevate senza problemi e senza alcun disturbo. La prima prova effettuata è sul campione da 20 cent che viene rilevato a circa 17 cm di profondità, la moneta da 50 cent a circa 20 cm e la moneta da 1 euro a 25 cm.
Terreno mediamente mineralizzato.
Eseguiamo la terza prova in un terreno mediamente mineralizzato. Una tipologia molto comune. Anche per affrontare questa prova è necessario impostare la levetta audio track sulla posizione On e anche in questo caso i campioni vengono rilevati a profondità analoghe alle precedenti. Ovvero la moneta da 20 cent viene sentito a circa 17 cm la moneta da 50 a 20 cm e quella da 1 euro a 25 cm.
Terreno altamente mineralizzato.
Conduciamo l’ultima prova su uno dei terreni più insidiosi. Quello ad alta mineralizzazione. Si tratta di una tipologia molto comune in Italia soprattutto nelle zone del centro e sud Italia. A peggiorare la situazione, nelle vicinanze del campo dove conduciamo la prova c’è anche la presenza di una linea elettrica dell’alta tensione. Per ovviare a quest’ ultimo problema è necessario impostare la levetta audio track sulla posizione LOCK OFF. La posizione LOCK OFF, blocca il riconoscimento automatico del terreno e deve essere usata quando vi sono interferenze. La ricerca risulta essere abbastanza difficoltosa e non fornisce risultati soddisfacenti.
La mineralizzazione del terreno dovuta all’elevata presenza di cocci infatti non permette di rilevare la moneta da 1 euro a più di 15 cm e per gli altri due campioni le profondità sono ancora minori.
Metal detector NEXUS
FONTE: www.detection.it
In questo POST vogliamo parlare dei metal detector della NEXUS.
Questo marchio nato nel 2005 a già riscosso un notevole successo per le ottime prestazioni che offrono i sui rilevatori di metalli, si adattano a tutte le ricerche, spiaggia asciutta, battigia e terreni altamente mineralizzati, con possibilità di variare la frequenza di ricerca cambiando la bobina di ricerca; 4,2Khz / 6,8Khz / 7,3Khz / 8,5Khz / 18Khz consente di ottenere le massime prestazioni di ricerca su qualunque terreno di ricerca, i NEXUS possono rilevare anche piccole pepite in oro con la bobina GOLD.
Tutti i detector Nexus lavorano con un sistema di ricerca innovativo, Bilanciamento Analogico ad Induzione ( IB ) con bassa frequenza VLF , il modo di ricerca è NON MOTION VELOCE. Questo innovativo sistema unito alle speciali bobine di ricerca con doppio avvolgimento create appositamente dalla Nexus, offrono una penetrazione di ricerca superiore su qualunque terreno di ricerca. I NEXUS garantiscono una perfetta maneggevolezza di utilizzo per i suoi pesi molto contenuti e ben distribuiti e una buona autonomia di ricerca di oltre 45 ore continue.
Nella prima foto sono riportati i 4 modi di funzionamento dei detector oggi in commercio, il primo a sinistra è un detector a frequenza multipla, il secondo da sinistra è un detector a singola o doppia frequenza di ricerca, il terzo è un metal detector ad impulsi, ed in fine a destra il sistema di ricerca della NEXUS; Induction Balance ( IB ) offre le massime prestazioni di ricerca oggi raggiungibili.
Mentre nello schema sono riportai i test Rilevati dal produttore con diversi oggetti sepolti in terra mediamente mineralizzata, le misure di rilevazione sono espresse in pollici, un pollice corrisponde a 2,54 mm. Per calcolare queste profondità rilevate, esempio la prima espressa in 32", moltiplicatela per 2,54mm, il totale è oltre 81cm.
Test di rilevazione in terreno mediamente mineralizzato forniti dal produttore
* TEST 1: un Kg di monete miste tra bronzo ed argento raggruppate nel minimo spazio e seppellite sotto 24" ( 60 cm ) di terra mediamente mineralizzata.
* TEST 2: sei monete in argento inglesi del diametro di 18mm seppelliti sotto 11" ( 28 cm ) di terra mediamente mineralizzata
* TEST 3: un Penny Inglese in rame del diametro di 30mm seppellito sotto 14" ( 36cm ) di terra mediamente mineralizzata, simile a moneta in bronzo da 3cm.
RISULTATI dei TEST:
NEXUS STANDARD SE con 20" coil
* TEST 1: Segnale potente con sensibilità al minimo in funzione discriminazione del ferro.
* TEST 2: nessun segnale di rilevazione
* TEST 3: Buona rilevazione alla minima sensibilità in funzione discriminazione del ferro
NEXUS STANDARDS SE con 9" coil
* TEST 1: nessun segnale di rilevazione
* TEST 2: Buona rilevazione alla minima sensibilità in funzione discriminazione del ferro
* TEST 3: Buona rilevazione alla minima sensibilità in funzione discriminazione del ferro
NEXUS STANDARDS SE con 4" coil
* TEST 1: nessun segnale di rilevazione
* TEST 2: buona rilevazione con sensibilità al massimo in discriminazione dei metalli
* TEST 3: buona rilevazione con sensibilità al massimo in discriminazione dei metalli
NEXUS CORONADO con 6" coil
* TEST 1: nessun segnale di rilevazione
* TEST 2: buona rilevazione con sensibilità al massimo in discriminazione dei metalli
* TEST 3: buona rilevazione con sensibilità al massimo in discriminazione dei metalli
Archeodetecting, i cacciatori di monete
Bellissimo articolo preso dal sito archiviostorico.corriere.it
Nei parchi e al mare, con il rilevatore di metalli: un hobby che si diffonde «Bottino» giornaliero fino a 60 euro setacciando le spiagge.
Cercatori dell' occulto, semmai. «Ma per favore, non chiamateci tombaroli»: eco-buster, piuttosto, volontari armati di cercametalli che per passione setacciano il sottosuolo, alla scoperta di un variegato bric à brac che riemerge da un passato più o meno recente. Gettoni telefonici, lattine, batterie di auto, ma anche monete antiche, reperti archeologici, residuati di guerra in zone di trincea e tutto quanto il sottosuolo può conservare: per un giorno, un anno, un secolo o addirittura un millennio. L' hobby della ricerca con metaldetector è un fenomeno in espansione, che in estate vede aumentare i suoi adepti: quelli ufficiali, che aderiscono all' Area, «Associazione ricercatori per l' ecologia e l' archeologia», e gli altri: un numero non quantificabile tra quanti, in barba alle norme (la scoperta fortuita di beni mobili è regolata dal decreto legislativo 490 del 1999) setacciano zone d' interesse archeologico e non denunciano il ritrovato. Roma in particolare, con i suoi dintorni, è il loro regno: un territorio, per quanto si stenti a crederlo, in gran parte ancora inesplorato, se è vero che solo nell' ultimo anno la Soprintendenza di Stato ha riscoperto, in città, oltre cinquemila sepolture, di cui la maggior parte con corredo funerario intatto, a una media di 30 centimetri di profondità. Un buon cercametalli (nel mercato è possibile acquistare modelli da 200 fin oltre i 4000 euro, con oltre cento ore di autonomia) è in grado di rivelare l' esistenza di ferro, oro e argento, anche in piccole quantità. E il collezionismo, soprattutto numismatico (e clandestino) fa affari d' oro grazie al ritrovamento di denari, auri e sesterzi. Tutt' altra storia per gli associati «Area», la cui sede regionale del Lazio raccoglie 150 appassionati.
Il loro presidente è Maurizio De Angelis, 40 anni, di professione cuoco in una mensa per preti. La sede romana «Area» è a Tor Bella Monaca, in casa del presidente: «La passione per il metaldetecting - racconta De Angelis - è nata quand' ero bambino. E ora l' ho trasmessa a mia moglie e a mia figlia di 12 anni, entrambe iscritte all' associazione». L' Area-Lazio è a tutti gli effetti un club di volontari, i quali pagano una modica cifra annua ricevendo in cambio i numeri della rivista «Metaldetector», Bibbia del cercatore. Tra gli associati, anche molte donne: e tutti si sfidano nel «Grande Slam» dei cercatori, un vero campionato nazionale con vincitore finale, che si svolge ogni anno in varie parti d' Italia. Prossima tappa a Civitavecchia il 14 settembre, per la finalissima nazionale e l' elezione di Miss Metal Detector 2003 (info: tel. 347.5419979, www.metaldetector.it, www.areait.org). «Per l' occasione - spiega De Angelis - facciamo realizzare a un orefice delle perfette riproduzioni di monete antiche, in oro e argento. A ogni ritrovamento corrisponde un punteggio, alla fine si fa la somma, si proclama il vincitore e le monete restano a chi le ha trovate». Agonismo a parte, la passione per il metaldetector, quella lecita, annovera anche i cosiddetti «cercatori da spiaggia», visibili soprattutto a fine estate, all' alba e di notte, negli arenili dove non sussistono vincoli. Lì un buon cercametalli, del tipo adatto anche alla ricerca in acqua, permette di ritrovare monete per un valore medio di 50-60 euro al giorno. «La nuova valuta, con i tanti spiccioli, ha portato nuova linfa agli amanti di questo tipo di ricerca, che era un po' in ribasso. E comunque si trovano ancora le monete papaline e dell' 800, spesso di poco valore ma di grande soddisfazione per chi le disseppellisce».
Edoardo Sassi, articolo preso sul corriere della sera
Guida per ricerche responsabili con il metal detector
La legislazione italiana, pur con le tante revisioni di questi ultimi anni, vieta l'asportazione di oggetti archeologici da qualsiasi contesto. Sono innumerevoli i dibattiti che da alcuni anni si stanno facendo per arginare la piaga dei cosiddetti "tombaroli", ma il legislatore è riuscito solamente ad inasprire le sanzioni senza preoccuparsi di leggere adeguatamente i fenomeni che ruotano attorno al problema della conservazione e custodia dei tesori archeologici.
Riteniano infatti che l'attuale legislazione debba essere modificata nella direzione già intrapresa dal governo inglese nel corso di questo millennio che ha responsabilizzato gli hobbisti per metterli al servizio della comunità e delle autorità competenti con notevoli successi.
Non dobbiamo infatti pensare al fenomeno dei ricercatori come ad una enorme rapina protratta nel tempo. Nella maggior parte dei casi si tratta infatti di cercatori occasionali e hobbisti che non ne ricavano utile, ma lo fanno per semplice passione o per combinazione fortuita. Il problema non è fermare queste persone, ma istruirle e sensibilizzarle per fare si che possano legalmente perseguire gli scopi della propria passione in collaborazione con le autorità.
Pensiamo, infatti, che il problema primario per chiunque trovi qualcosa sia di capire se esso sia un oggetto di valore storico o archeologico. Si pensa infatti che il 99% dei ritrovamenti di oggetti non identificati finisca in discarica con un gravissimo danno per le conoscenze che potremmo fare di cose e luoghi (strati).
Una reale collaborazione tra hobbisti e soprintendenze permetterebbe da un lato di recuperare enormi quantità di reperti e di scoprire luoghi, ma dall'altro permetterebbe anche di contrastare le attività di quei tombaroli che sono diventati anche pericolosi criminali oltre che distruttori del vero tesoro stratigrafico del nostro paese.
In aggiunta annotiamo di come le legge inglese preveda la registrazione su delle banche dati on-line di libera fruizione per chiunque del materiale trovato (www.finds.org.uk) e il possesso dei beni dopo la valutazione delle autorità, con le conseguenti possibilità di realizzare dei guadagni.
La preoccupazione non deve essere quella di impedire i guadagni, ma di impedire che di un pezzo se ne perdano le tracce e la documentazione.
Per diffondere anche in Italia una maggiore cultura di responsabilizzazione e invitare a una più stretta collaborazione con le autorità, abbiamo tradotto e in parte modificato questo vademecum scaricabile in originale dal sito sopra citato.
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Prima di inziare le ricerche
1. Non entrare nelle proprietà private senza permesso. Per prima cosa è sempre bene chiedere il permesso al proprietario o all'occupante del terreno e informarsi sulla situazione effettiva o presunta del terreno stesso. Ricorda che qualsiasi terreno ha un proprietario. Per evitare qualsiasi conseguente disputa è sempre consigliabile fare un accordo scritto sulla proprietà di qualsiasi oggetto ritrovato.
2. Nel caso si stiano esplorando zone confinanti con siti protetti dalle autorità, è bene prestare estrema attenzione ai confini dei terreni che non sempre sono ben definiti.
3. E' fortemente consigliato di iscriversi a qualche associazione o club specializzato in attività di ricerca con il metal detector che assicuri cooperazione e scambi con altri gruppi che praticano questo hobby con responsabilità.
4. E' opportuno di familiarizzare con le tecniche di conservazione, pulizia e archiviazione degli oggetti archeologici. Una piccola guida è possibile è fruibile al sito www.finds.org.uk (in inglese).
5. E' bene informarsi per tempo su quali sono le autorità competenti (Soprintendenze Archeologiche) e avere a portata di mano gli adeguati numeri telefonici.
Durante le ricerche
6. Per quanto possibile è sempre meglio lavorare su del terreno già smosso in modo da non creare troppo disturbo al legittimo occupante. Sui terreni agricoli la cosa migliore è lavorare successivamente all'aratura e scavare non oltre la profondità pescata dall'aratro.
Nel caso si facciano ricerche in terreni incolti o comunque non ancora smossi occorre fare molta attenzione a non rovinare il contesto archeologico (terreno) che è molto più prezioso dei tesori metallici rilevabili.
7. Minimizzare sempre l'impatto delle nostre ricerche adoperando strumenti adatti e reinserendo materiale non interessante nel posto dove lo si è trovato per ridurre al minimo i danni alle stratificazioni archeologiche.
8. Registrare i luoghi di ritrovamento il più accuratamente possibile per ciascun oggetto trovato con fotografie, mappe topografiche almeno 1:100 oppure strumentazioni GPS. E' opportuno schedare il materiale e inserire ciascun pezzo in una differente busta.
Le coordinate del ritrovamento in qualsiasi forma non devono essere concesse a terze parti senza il consenso del proprietario del terreno o dell'occupante (vedi anche punto 10).
9. Rispettare le leggi vigenti e le ordinanze locali. Lasciate sempre tutto come quando lo avete trovato (per esempio il cancello di una proprietà) e non provocare danni a cose o animali, non spaventare o disturbare gli animali, e non lasciate in giro eventuale spazzatura.
Dopo la ricerca
10. Mostrare ogni oggetto trovato al proprietario/occupante del terreno.
Sarà bene con il suo consenso avvisare di ogni ritrovamento la competente autorità archeologica locale.
Al momento non è disponibile un registro per questi ritrovamenti per una lacuna legislativa, ma sempre possibila appoggiarsi a siti esteri per non privare la conoscenza degli studiosi di eventuali rarità e novità.
11. Nel caso si sia trovato qualcosa di molto grande (come un relitto) o una elevata concentrazione di ritrovamenti sarà bene avvisare immediatamente qualche esperto o la competente Soprintendenza Archeologica.
La legge italiana al momento non da alcun diritto sugli oggetti trovati anche se il proprietario è d'accordo a lasciarli andare. E' reponsabilità delle Soprintendenze decidere se gli oggetti ritrovati sono di interesse pubblico/archologico o no. In genere i piccoli ritrovamenti vengono lasciati a coloro che li ritrovano a patto che essi siano registrati presso la soprintendenza.
12. Chiamare immediatamente la polizia nel caso in cui vengano ritrovati resti umani.
13. Chiamare immediatamente la polizia, e avvisare il proprietario nel caso in cui si sospetti di avere ritrovato materiale esplosivo.
Nel caso spegnere immediatamente ogni oggetto elettrico nelle vicinanze compreso il metal detector e se si volesse utilizzare il cellulare disporsi molto distanti dal sospetto ordigno. Le onde emanate dai dispositivi elettrici possono innescare i detonatori.
FONTE: metaldetector.forumfree.it
Video di test di varie marche di metal detector
Un interessante sito francese con molti video di test dei migliori modelli di metal detector in commercio.
http://www.detecteur.net
Riportata in superficie una nave del 14° secolo da uno Tsunami
La natura prende e la natura da.
Una nave affondata del 14° secolo e contenente ceramica verde e grigia è stato trovato al largo di alcune remote isole indonesiane di recente colpite da uno tsunami.
I pescatori che hanno trovato la nave ritengono che il 26 ottobre un onda al largo delle isole Mentawai - che ha ucciso più di 500 persone - sollevò di 7 metri una nave dal fondo dell'oceano e la spinse vicino a riva, ha detto Yosmeri, che dirige a ovest di Sumatra marittimi e della pesca Dipartimento.
Navi di legno cariche di vasi in ceramica, collane d'oro e spezie preziose per secoli han navigato nelle acque indonesiane, una rotta commerciale chiave che collega l'Asia con l'Europa e il Medio Oriente.
I vasi, brocche e ciotole trovate la scorsa settimana devono ancora essere sottoposti a test per determinare la loro origine e l'età, ma ha aggiunto che sono simili agli artefatti 14 ° secolo si trova all'interno affondate le navi cinesi.
Pescatori locali dicono che hanno trovato la nave di legno dopo aver individuato il suo albero di 4 miglia (6 km) dalla spiaggia off Pagai Island, più duramente colpite dallo tsunami.
Costoro si sono immersi nell'acqua e sono emersi con diverse brocche ben conservati e vasi trovati nello scafo, che hanno detto era carico di altri tesori.
Immagini dei reperti sono stati inviati nella capitale, Giacarta, e le squadre saranno inviate nella zona presto per effettuare una ricerca più ampia
FONTE: tesorisommersi.blogspot.com