Donazioni via sms di due euro grazie a un accordo Regione e Protezione civile nazionale.
In sintesi
E' attivo un servizio di sms solidale: al numero 45500 si possono donare due euro per dare un aiuto alle popolazioni delle zone colpite dal terremoto. Al momento sono 16 le vittime, 350 i feriti e 8 mila gli sfollati dopo le nuove scosse del 29 maggio. “Faremo tutto quello che dovremo fare per la sicurezza dei cittadini e per dare la certezza che si ricostruisca" - ha detto il presidente della Regione Vasco Errani. Mario Monti ha ribadito che "L'impegno dello Stato sarà garantito", mentre "grande solidarietà" è stata espressa dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La Regione ha attivato una raccolta fondi tra privati ed Enti pubblici. Le opzioni per i cittadini sono: versamento su conto corrente postale, bonifico bancario o versamento diretto, con causale: Contributo per il terremoto 2012 in Emilia-Romagna.
E' attivo dalle 19.00 di martedì 29 maggio, e fino al 26 giugno il numero di sms solidale 45500 per la campagna di raccolta fondi straordinaria a favore delle popolazioni della Regione Emilia-Romagna duramente colpite dagli eventi sismici, il cui ricavato verrà versato sul fondo della Protezione civile.
L'iniziativa è frutto di un accordo tra Regione Emilia-Romagna e Protezione civile nazionale.
"L'Emilia-Romagna - ha spiegato il presidente della Regione, Vasco Errani, che insieme al capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, hanno seguito l'evolversi della situazione al Centro operativo di Marzaglia - deve trovare nell'Italia quella solidarietà che ha sempre offerto con orgoglio e umiltà al Paese".
Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun sms inviato da cellulari: TIM, Vodafone, WIND, 3, Poste Mobile,
CoopVoce, Tiscali e Noverca; mentre sarà sempre di 2 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa di: Telecom Italia, Infostrada, Fastweb, TeleTu e Tiscali.
Terremoto, 45500 attivo il servizio di sms solidale
Rarissima tazza d'oro di 3.800 anni viene esposta per la prima volta in pubblico
Un ritrovamento unico in Italia: il territorio dell'Emilia Romagna ha restituito, a marzo, una tazza d'oro di 3.800 anni fa, inquadrabile nell'antica eta' del Bronzo, venuta in luce durante lavori nelle cave Spalletti di Montecchio Emilia. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della regione presentera' il reperto martedi' 29 maggio alle 15 nella sala conferenze del Museo Archeologico Nazionale di Parma, al Palazzo della Pilotta.
All'incontro interverranno il direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia Romagna, Filippo Maria Gambari, soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna e Paolo Colli, sindaco del Comune di Montecchio Emilia. Questa tazza, il cui studio appena iniziato offre per ora solo dati siano del tutto preliminari, e' l'unico esemplare del genere mai trovato in Italia e uno dei pochi esistenti al mondo: due reperti simili sono esposti al British Museum di Londra e un terzo al Landesmuseum di Bonn.
FONTE E FOTO: http://www.antikitera.net
Tutti pazzi per l'oro
Vi consigliamo la visione di questa simpatica commedia americana che tratta di tesori, avventura e ricerche sottomarine.
Tutti pazzi per l'oro (Fool's Gold) è un film del 2008 diretto da Andy Tennant, che mischia avventura e romanticismo con gli attori Matthew McConaughey e Kate Hudson, che tornano a lavorare assieme dopo la commedia Come farsi lasciare in 10 giorni.
Il film racconta di Finn e Tess, da poco divorziati che si ritrovano, loro malgrado, a collaborare alla ricerca di un tesoro chiamato la "Dote della Regina", appartenente ad un galeone spagnolo affondato nel 1715. Tra litigi e ripicche i due si accorgeranno di non essere i soli interessati al prezioso relitto.
Da 40 anni Trova tesori nel Tamigi
DA 40 ANNI TROVA TESORI NEL TAMIGI, DONATI A CITTA'
LONDRA - Anthony Pilson, 76 anni, ha passato gli ultimi 40 anni della sua vita a scandagliare le rive del Tamigi, in pieno centro di Londra, armato di metal-detector, secchio e rastrello. Per i più che lo guardavano dall'alto delle rive pareva un passatempo bizzarro, e niente altro. Anthony, invece, ha messo insieme in questi anni una collezione di pezzi rari del valore di centinaia di migliaia di sterline: reperti tanto ben conservati da far brillare gli occhi a decine di studiosi. E ora donerà la sua collezione al Museo di Londra, così che tutti i londinesi possano ammirarla. "Posso capire che se uno ha moglie e figli preferisca vendere i pezzi al miglior offerente", dice Anthony al Daily Mail. "Ma io preferisco che li abbia un museo, piuttosto che finiscano nelle cassette di sicurezza di una banca o in una casa privata".
La collezione, tra le altre cose, conta 2.444 bottoni e gemelli che vanno dal 14/o al 19/o secolo; sono fatti in bronzo, peltro, argento o osso e sono spesso e volentieri lavorati. Una coppia di gemelli del 17/o secolo mostra Carlo II ornato con una corona d'alloro. La palma d'oro del miglior ritrovamento se l'é però aggiudicata un 'provino' da sommelier in argento del 1634. "Christiés ha pensato che fosse falso, perché non avevano mai visto niente del genere", ricorda Anthony.
Era il 1977 - ovvero quattro anni dopo la prima escursione sulle rive del Tamigi. Tutto ebbe inizio quando un amico di Anthony gli confidò che il fango del Tamigi poteva riservare grandi sorprese. Così, un giorno che non lavorava, Anthony, all'epoca dirigente nel settore del trasporto mercantile, portò il suo metal-detector nel centro di Londra. Da allora non ha mai più smesso. Andato in pensione a 55 anni, ogni giorno Anthony batte le rive del fiume tra il ponte di Tower Bridge e quello di Blackfriars: armato di mappe che segnano i livelli della marea, scava, setaccia e porta a casa. Certo, Anthony non è il solo ad andar a caccia di tesori sulle sponde del Tamigi. La Society of Thames Mudlarks - che in un inglese un po' antiquato significa 'monelli di strada' - conta infatti circa 50 membri. E la loro attività è strettamente controllata dal Museum of London e dall'autorità portuale. Il primo registra ogni pezzo d'interesse recuperato dal fiume, la seconda controlla che i 'monelli' del Tamigi non scavino per più di un metro nel terreno, così come prescrivono le regole.
Oltre ai tesori, però, il grande fiume ha anche restituito curiosità - una palla di ferro con catena risalente al 1600 - e documenti di attività quotidiane - una serie di giocattoli medioevali che gettano nuova luce sull'infanzia di quel tempo. Il fango del Tamigi, infatti, è ricco di creta ed è in grado di preservare i reperti in modo straordinario. Tanto che delle scarpine di pelle di epoca medioevale, una volta ripulite, parevano gettate nel fiume da pochi giorni. La collezione di Anthony verrà ora catalogata e troverà - fra qualche anno - una degna sistemazione nel Museum of London.
FOTO: http://forums.canadiancontent.net
Italia Metal Detecting
Colgliamo l'occasione per annunciarvi la nascita di un nuovo forum in rete, gestito dallo staff de "il Cercatore Underground" ed alcune collaborazioni esterne.
Il progetto è in fase di partenza e quindi richiede un pò di tempo per pubblicizzarsi e attirare nuovi lettori e soprattutto nuovi scrittori
Questo è il link per accedere alla home page del forum:
http://italiametaldetecting.forumcommunity.net/
inoltre è stato aperto anche un gruppo su facebook:
http://www.facebook.com/groups/213404768776595/
Noi della redazione non possiamo fare altro che augurare un in bocca al lupo a tutti i membri dello staff del "Cercatore Undergrund" ringraziandoli per le loro iniziative sempre molto interessanti.
Disoccupato trova un tesoro
La scoperta di un valore inestimabile
Era un semplice disoccupato, ma ha dimostrato di saper utilizzare bene le lunghe ore libere delle sue giornate senza un'attività lavorativa.
Un britannico, Terry Herbert, utilizzando il suo metal detector, ha portato alla luce il più importante tesoro archeologico anglo-sassone mai scoperto nella storia. Era in un campo nel centro dell'Inghilterra. E comprende almeno 1.350 oggetti preziosi, tra cui molti sono d'oro e d'argento.
Il disoccupato, 55 anni, ha fatto la sensazionale scoperta lo scorso luglio, nella contea dello Staffordshire, mentre perlustrava il campo di un amico con il suo metal detector. Si trratta di una passione che Terry coltiva fin dall'età di 18 anni. Il tesoro, oltre che ricco, è anche molto antico: risale probabilmente al settimo secolo.
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"I miei amici del club dicono sempre che se c'è un pezzo d'oro in un campo, sarò io a trovarlo. Ho paura di pensare a quello che diranno quando sapranno tutto questo", ha dichiarato.
La sua scoperta, la cui importanza è paragonabile a quella della tomba del faraone Tutankamen, contiene un insieme di materiale da guerra con almeno 84 pomi e 71 foderi di spade che presentano decorazioni complesse e delle granate incastonate nell'oro. Il tesoro contiene circa cinque chili d'oro e 2,5 d'argento, oltre a una grande quantità di pietre preziose. La sua valutazione richiederà un anno di lavoro.
Una selezione degli oggetti rimarrà esposta dal 25 settembre al 13 ottobre, al museo di arte di Birmingham. "La quantità d'oro è impressionante ma, più importante, la lavorazione degli oggetti è perfetta. Era il non plus ultra di quello che gli anglo-sassoni sapevano fare. Ed erano molto bravi", ha spiegato Kevin Leahy, esperto del settore. "Appartenevano sicuramente all'alta aristocrazia o alle famiglie reali anglo-sassoni", ha aggiunto.
Un Triestino a caccia di Tesori Sommersi
Claudio Bonifacio, in Spagna dal '70
di FRANCESCO CARDELLA
A caccia di relitti sommersi, galeoni sperduti, antichi tesori. Da quando si è trasferito in Spagna, Claudio Bonifacio ha visto la sua vita tramutata nell’avventura sognata da piccolo, quando alimentava la fantasia con libri di storia e leggende di velieri e pirati. Bonifacio è infatti l’artefice di ricerche che hanno sfiorato perfino Cristoforo Colombo. L'attività di Claudio Bonifacio è intanto diventata un libro edito da Mursia che uscirà ad autunno, «Galeoni con tesori. Dove sono affondati, cosa trasportavano», edizione italiana di un testo già uscito in Spagna.
Nato a Trieste nel 1947, Claudio Bonifacio approda in Spagna nel 1970. Lavora nel campo dell'export ma non perde di vista la sua passione, la storia. La famiglia e i due figli non frenano questa vocazione: trova il tempo per laurearsi con una tesi di indirizzo storico-economico. Quasi un presagio.
Nel suo libro il triestino - definito ufficialmente a Siviglia, dove risiede, quale «historiador - investigador» (storico, investigatore) - racconta genesi, tecniche e obiettivi di un percorso che si snoda tra archivi, mappe e biblioteche ma soprattutto tra fondali e sponsor. Una missione che parte nei primi anni '80, quando Bonifacio, in vacanza alle Canarie, entra in contatto con un vecchio bagnino esperto di storie di velieri sommersi che parlano di tesori nascosti ma intatti. Claudio ne è colpito, scinde realtà da leggenda e si immerge tra gli archivi della Compagnia delle Indie a Siviglia e in quelli di Stato di Cadice.
Poche le tracce, molti i documenti. E finalmente uno spunto: le tracce della fregata Mercedes, a picco in una battaglia nel 1804 nelle Isole Selvagge, tra Madeira e le Canarie. Le ricerche sembrano circostanziate, uno sponsor italiano risponde all'appello ma nel novembre del 1982 la Marina militare revoca i permessi e il recupero sfuma.
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Claudio però si rituffa nelle mappe, affina studi di paleografia e si rimette in viaggio. Letteralmente. Oramai la sua vita è questa e tra naufragi e successi acquista credibilità tra sponsor e media: la Rai propone su di lui un reportage. Il triestino è a un passo dal colpaccio nel 2001, quando un suo articolo pubblicato dalla rivista ”Mondo Sommerso" offre il destro a un italiano, Roberto Mazzara, di mettersi sulle tracce della Campana della Santa Maria, una delle tre mitiche imbarcazioni di Colombo. Tra i due nasce un accordo in termini di diritti ma le autorità spagnole dei Beni culturali tengono d'occhio il triestino: «Vogliono ostacolarmi - fa sapere lui da Siviglia - ma non mi fermerò». «Nei fondali marini - aggiunge - sono sommersi valori pari a 5 milioni di dollari con più di 1200 tonnellate di oro e 12 mila di argento. Facciamone un uso sociale, recuperiamolo per opere pubbliche, per il bene di tutti, per chi ne ha veramente bisogno». Lui, l'«historiador e investigador» di San Giusto, è pronto a salpare.
(fonte: IL PICCOLO)
Egitto, ritrovato nel deserto un aereo Raf intatto
Per tutti gli appassionati di militaria, dopo 70 anni è stato ritrovato un velivolo britannico sparito nel 1942 durante la seconda guerra mondiale. L'aereo della Royal Air Force, un P-40 Kittyhawk, è stato ritrovato perfettamente conservato nel deserto occidentale dell'Egitto. Nel 1942, lo pilotava il sergente Dennis Copping, allora 24enne, costretto all'atterraggio di fortuna per un'avaria o per mancanza di carburante, poi incamminatosi tra le sabbie portando con sé la radio di bordo. Ritrovarne i resti non sarà facile: la zona è particolarmente pericolosa, battuta da trafficanti attivi tra Libia e Sudan. Ma "il velivolo è praticamente intatto, in perfetto stato di conservazione" ha riferito l'incaricato militare britannico presso l'ambasciata a Il Cairo