Claudio Bonifacio, in Spagna dal '70
di FRANCESCO CARDELLA
A caccia di relitti sommersi, galeoni sperduti, antichi tesori. Da quando si è trasferito in Spagna, Claudio Bonifacio ha visto la sua vita tramutata nell’avventura sognata da piccolo, quando alimentava la fantasia con libri di storia e leggende di velieri e pirati. Bonifacio è infatti l’artefice di ricerche che hanno sfiorato perfino Cristoforo Colombo. L'attività di Claudio Bonifacio è intanto diventata un libro edito da Mursia che uscirà ad autunno, «Galeoni con tesori. Dove sono affondati, cosa trasportavano», edizione italiana di un testo già uscito in Spagna.
Nato a Trieste nel 1947, Claudio Bonifacio approda in Spagna nel 1970. Lavora nel campo dell'export ma non perde di vista la sua passione, la storia. La famiglia e i due figli non frenano questa vocazione: trova il tempo per laurearsi con una tesi di indirizzo storico-economico. Quasi un presagio.
Nel suo libro il triestino - definito ufficialmente a Siviglia, dove risiede, quale «historiador - investigador» (storico, investigatore) - racconta genesi, tecniche e obiettivi di un percorso che si snoda tra archivi, mappe e biblioteche ma soprattutto tra fondali e sponsor. Una missione che parte nei primi anni '80, quando Bonifacio, in vacanza alle Canarie, entra in contatto con un vecchio bagnino esperto di storie di velieri sommersi che parlano di tesori nascosti ma intatti. Claudio ne è colpito, scinde realtà da leggenda e si immerge tra gli archivi della Compagnia delle Indie a Siviglia e in quelli di Stato di Cadice.
Poche le tracce, molti i documenti. E finalmente uno spunto: le tracce della fregata Mercedes, a picco in una battaglia nel 1804 nelle Isole Selvagge, tra Madeira e le Canarie. Le ricerche sembrano circostanziate, uno sponsor italiano risponde all'appello ma nel novembre del 1982 la Marina militare revoca i permessi e il recupero sfuma.
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Claudio però si rituffa nelle mappe, affina studi di paleografia e si rimette in viaggio. Letteralmente. Oramai la sua vita è questa e tra naufragi e successi acquista credibilità tra sponsor e media: la Rai propone su di lui un reportage. Il triestino è a un passo dal colpaccio nel 2001, quando un suo articolo pubblicato dalla rivista ”Mondo Sommerso" offre il destro a un italiano, Roberto Mazzara, di mettersi sulle tracce della Campana della Santa Maria, una delle tre mitiche imbarcazioni di Colombo. Tra i due nasce un accordo in termini di diritti ma le autorità spagnole dei Beni culturali tengono d'occhio il triestino: «Vogliono ostacolarmi - fa sapere lui da Siviglia - ma non mi fermerò». «Nei fondali marini - aggiunge - sono sommersi valori pari a 5 milioni di dollari con più di 1200 tonnellate di oro e 12 mila di argento. Facciamone un uso sociale, recuperiamolo per opere pubbliche, per il bene di tutti, per chi ne ha veramente bisogno». Lui, l'«historiador e investigador» di San Giusto, è pronto a salpare.
(fonte: IL PICCOLO)
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