Accompagnata da un conoscente pratico dei luoghi, fedele metal detector alla mano, di buon mattino la coppia di forestieri è sopraggiunta in una zona isolata situata nella parte alta del paese, caratterizzata da caverne e insenature. Una delle tante aree che nel corso del secondo conflitto mondiale hanno ospitato, per periodi più o meno lunghi, i civili in fuga dai mitragliamenti a tappeto. Decine di persone datesi alla macchia e provenienti dai Comuni limitrofi, in particolar modo Fondi e Sperlonga. Gente che, oltre alla propria angoscia, portava con sé, in quei miseri rifugi di fortuna, frammenti di vita. Testimonianze che di tanto in tanto riaffiorano. Come l’altro giorno, quando, poco dopo essere entrati in una caverna, i “detectoristi” in trasferta si sono dapprima imbattuti in ciotole malandate e povere posate. Per poi rinvenire, abilmente celate per quasi settant’anni, monete ed una manciata di monili, tra cui qualche catenina. Roba di un valore intrinseco non certo elevato, oggi. Eppure, il personale tesoro di chi, nella furia della guerra, in quelle scatole di pietra sui monti aveva provato a mettere in salvo quel poco che rimaneva di averi ed oggetti di famiglia. FONTE E FOTO: http://www.h24notizie.com
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