La «Gairsoppa» e il suo tesoro dimenticato di 240 tonnellate di argento
Si salvò solo un ufficiale. La nave britannica affondata nel 1941 al largo dell'Irlanda è stata individuata.
WASHINGTON – Il 17 febbraio 1941 il mercantile britannico «Gairsoppa» affonda al largo dell’Irlanda occidentale dopo essere stato centrato da un siluro. Nella stiva (forse) 240 tonnellate di argento, per un valore (attuale) di 200 milioni di dollari. Per decenni il cargo è rimasto protetto e nascosto dalle profondità marine. Ma il governo inglese non è mai rinunciato a ritrovarlo e, oltre un anno fa, ha affidato ad una compagnia americana il compito di cercarlo.
IL RISERBO - La scelta è caduta sulla «Odyssey Marine Exploration», una tra le più famose società impegnate nella caccia ai tesori. La missione è domenica: ieri - secondo il New York Times - la società ha rivelato di aver individuato il relitto a bordo del quale dovrebbe trovarsi il carico d’argento. Una missione condotta con grande riserbo per evitare di fornire indicazioni ad eventuali «pirati», anche se per questo tipo di operazioni serve una tecnologia che non è alla portata di chiunque.
LE TEMPESTA - La storia della nave è simile a quella di altre finite sul fondo durante il secondo conflitto mondiale. La «Gairsoppa» lascia, nel dicembre del 1940, il porto di Calcutta e deve raggiungere un porto britannico. Trasporta spezie, materiali e il carico d’argento. Il piano prevede che il mercantile viaggi in un convoglio protetto. Ed è ciò che avviene. Ma quando la nave si avvicina all’Irlanda una furiosa tempesta ne rallenta la velocità e perde contatto con la scorta. Il cargo diventa una facile preda: il 17 febbraio è attaccato con successo dall’U 101 comandato da Ernst Mengersen, ufficiale pluridecorato della flotta sottomarina tedesca. La «Gairsoppa» cola a picco, degli 83 membri d’equipaggio se ne salvano – inizialmente – tre, aggrappati ad un battellino di salvataggio. Ma dopo 13 giorni alla deriva sopravvive solo il secondo ufficiale.
LE RICERCHE - Per cercare il mercantile la «Odyssey» si è affidata ad una nave speciale russa - la «Yuzhmorgeologiya» - che ha iniziato a fare delle ricerche durante l’estate. Poi è arrivata una seconda unità della compagnia americana. Impiegando robot sottomarini e altri apparati i cacciatori hanno fatto centro. Non sembra esserci dubbi che si tratti della «Gairsoppa». Quanto al carico, la società non ha voluto dare troppi dettagli: oggi dovrebbe esserci un annuncio ufficiale con maggiori informazioni. Il manifesto di carico dell’epoca precisava che a Calcutta erano state imbarcate 240 tonnellate d’argento, ma non è sicuro che l’ammontare sia proprio questo. Un dubbio legato al fatto che durante il conflitto si cercava di confondere il nemico fornendo anche false informazioni. In base agli accordi, l’80 per cento del valore andrà alla «Odyssey», una formula studiata per poter cercare relitti importanti senza che la spesa ricada sui contribuenti. Il costo delle operazioni, infatti, è stato sostenuto dalla compagnia americana allettata dalla prospettiva di poter recuperare il tesoro.
FONTE E FOTO: http://www.corriere.it
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