Trafugati reperti, in arresto studioso dei Bronzi di Riace


Giuseppe Braghò, 64 anni, è stato colto in flagrante dai carabinieri insieme ad un'altra persona nel sito archeologico di Oppido Mamertina, nella piana di Gioia Tauro. Era noto alle cronache per una personale teoria sul ritrovamento delle statue.
REGGIO CALABRIA – La carriera di studioso e ricercatore di Giuseppe Braghò, 64 anni, sembrerebbe essersi infranta nel sito archeologico di Oppido Mamertina, nella piana di Gioia Tauro, dove è stato arrestato dai carabinieri sorpreso a rubare reperti. Proprio lui, che per anni ha cercato di portare alla luce quella che lui definisce la “vera” storia sul ritrovamento dei Bronzi di Riace e sulla scomparsa di alcuni oggetti appartenuti agli antichi guerrieri, èstato colto in flagrante insieme ad un’altra persona, Rosario Zappino, 66 anni. I carabinieri spiegano di averli sorpresi mentre, attrezzati di metal detector facevano ricerche nell'area archeologica, dove è stata accertata la presenza di un insediamento che risale al III-IV secolo avanti Cristo.


REFURTIVA IN CASA. Al momento dell'arresto i due sono stati trovati in possesso di palle per fionde, frammenti di bronzo e monete. Successivamente i militari hanno compiuto una perquisizione nell'abitazione di Zappino, dove hanno trovato altri reperti archeologici. Nulla, invece, è stato trovato in casa di Braghò. Entrambi gli arrestati sono accusati di ricerca clandestina, impossessamento illecito di beni culturali e danneggiamento aggravato.

IL MISTERO DEI BRONZI. Braghò, distinto appassionato di arte e archeologia, era balzato agli onori delle cronache grazie ad una approfondita ricerca sulla storia dei Bronzi di Riace. La sua tesi è stata sempre quella che dalle statue, dopo il ritrovamento avvenuto il 16 agosto del 1972 nel Mar Ionio a 300 metri dalla costa di Riace, furono trafugati uno scudo ed una lancia. Nel corso degli anni Braghò riuscì anche a trovare una fotografia, scattata poco dopo il ritrovamento dei Bronzi, nella quale veniva ritratto, in una delle mani delle statue, il maniglione dello scudo. Le ricerche e il materiale raccolto negli anni sono poi confluite in un libro pubblicato nel 2008. Nel corso degli anni il ricercatore vibonese ha anche polemizzato con Stefano Mariottini, il sub romano scopritore ufficiale delle due statue, sostenendo che il ritrovamento era da attribuire invece ad un gruppo di ragazzi di Riace. Il mistero sui Bronzi è stato portato avanti da Braghò per diversi anni sostenendo anche l'esistenza di una terza statua.

FONTE E FOTO: http://www.tg1.rai.it

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