Alla ricerca del tesoro di Federico Barbarossa
Pavia, o meglio a qualche chilometro dalla città. Da queste parti nei pressi del comune di Stradella, su una piccola collina nei dintorni della chiesa di Montalino – risalente agli ultimi decenni del X secolo e dedicata a San Marcellino – ‘si mormora’ che sia nascosto un ingente tesoro attribuito a Federico Barbarossa.
In effetti il luogo è a poca distanza dalla città di Pavia dove il Barbarossa si accampò dopo la battaglia di Legnano (29 maggio 1176) e non è del tutto improbabile che, in quei convulsi momenti, qualcosa di ingente valore sia stato occultato in attesa di tempi migliori. Poi, si sa come vanno le umane vicende e spesso i ‘tempi migliori’, almeno per i diretti interessati, non arrivano mai. Ma, forse, potrebbero arrivare per qualche curioso ricercatore che abbia desiderio, tempo, pazienza e capacità per dare uno sguardo dietro le innumerevoli ‘pieghe’ della Storia.
Soprattutto di quella meno ‘ufficiale’ e ancor poco conosciuta…
Ma, da dove nasce quest’altra – per ora definiamola così – leggenda? Lo Spada riferisce che in tempi non lontanissimi un pio sacerdote di un paesino delle zone intorno a Pavia, riordinando il polveroso archivio della sua parrocchia (quante ‘antiche cronache’ nascondono interessantissimi ‘segreti’!) rinvenne un vetusto documento che inevitabilmente lo incuriosì…
“ In un luogo detto Stradella, troverai una chiesa antica che si chiama Montalino,
lontana circa mezzo miglio. Guarda da un canto verso ponente, che troverai
un pilastro piedi quattro. Scava piedi cinque, troverai una pietra di marmo
con parole gotiche e altri segni, lunga piedi quattro, larga piedi otto, leva la
pietra, scava piedi otto, che troverai un calcestruzzo. Rompilo che troverai
una porta di ferro. Rompila che troverai una tomba grande. Dentro c’è un
gran tesoro di Federico Barbarossa, con una cassetta di ferro. Dentro c’è
una cassa di piombo, e poi una d’oro, piena di pietre preziose con un carboncino
di grande valore. Sotto la cassetta troverai una lapide. Levala che troverai una
corona piena di perle e una mitria piena di gioie, e una caldara piena di medaglie
d’oro. Bada che è guardato…”.
Quel sinistro “Bada che è guardato…” – dal solito, diabolico Asmodeo forse? – non impressionerà certamente il lettore, mentre qualche ostacolo potrebbe insorgere nel tentare di esplorare la chiesetta dato che al giorno d’oggi appare solitamente chiusa e viene aperta solo per particolari necessità religiose.
Ma questo è un altro discorso…
Fonte: www.duepassinelmistero.com
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