Coniate settemila monete da un cent sbagliate: valgono 2.500 euro l'una

Spesso i centesimi sono fastidiosi e considerati inutili, ma è bene controllare nel portafogli perché anche una semplice monetina da 1 centesimo potrebbe rendere qualcuno un po' più ricco. Sul mercato sono stati infatti lanciati 7mila pezzi da un centesimo con la stampa della Mole Antonelliana invece di Castel del Monte. Apparentemente non ci sarebbe niente di strano, se non fosse che il monumento simbolo di Torino non dovrebbe stare su un lato delle monetine da 1 centesimo, ma solo su quelle da 2 centesimi. Questo errore tipografico ha innalzato il valore dello spicciolo: gli esemplari in giro valgono 2.500 euro.

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A caccia di tesori con il metal detector

Riportiamo un bellissimo articolo scritto da Alessandro Marmugi e pubblicato su http://iltirreno.gelocal.it/empoli/ Non inseriamo le foto del gruppo per questione di privacy ma se qualche membro ci da l'adesione saremo lieti di pubblicare anche le foto.

EMPOLI. La domenica è fatta per dedicarsi ai propri hobby, alle proprie passioni. C’è chi ama viaggiare, chi fare sport, chi invece va a caccia. Si a caccia, ma non con in braccio fucili o altre armi, ad Empoli e nei comuni limitrofi adesso si va a caccia di tesori. In mano un metal detector e gli attrezzi giusti per scavare alla ricerca di oggetti antichi, curiosi e storici rimasti sepolti nel corso degli anni sottoterra. A cimentarsi in queste vere e proprie avventure è un gruppo del circondario i Tuscany Detectors, che coinvolge persone di varie età dai 18 ai 50 anni (una decina in tutto) che si sono appassionati alle esplorazioni terrestri grazie ad un programma televisivo “Cacciatori di tesori” in cui un ex wrestler, Ric Savage e la sua famiglia con i loro metal detector fanno in cerca di oggetti sepolti sotto terra per tutta l’america. «Quella è stata la scintilla – spiega Alessandro Fossi – da li ci siamo trovati su internet, su forum dedicati all’argomento e alla fine siamo diventati un vero e proprio gruppo con tanto di abbigliamento ufficiale».
Una passione che li porta a fare delle vere e proprie battute di ricerca per le campagne della zona. «In settimana facciamo un breafing per capire dove ci piacerebbe andare a cercare, di solito andiamo in campi o aree verdi. A spingerci è la presenza in quel luogo di leggende o avvenimenti storici che hanno caratterizzato in passato la zona. Penso ad esempio a Botinaccio dove siamo andati alla ricerca del famoso tesoro di Castruccio Castracani. Una volta scelta l’area ci informiamo su chi sia il proprietario e chiediamo l’autorizzazione a cercare su quel terreno. In molti non lo sanno ma ci sono leggi molto severe da rispettare. Visto che scaviamo a terra infatti dobbiamo rispettare dei parametri. Possiamo muoverci liberamente ma possiamo scavare a non meno di 500m di distanza da chiese, cimiteri, castelli e siti archeologici». Una volta ricevuta l’autorizzazione il gruppo parte per la battuta. Si recano sul posto azionano i loro metal detector e aspettano di individuare qualcosa. Non appena il metal detector rivela la presenza di un oggetto sotto terra ecco che ne viene utilizzato un altro di precisione per individuare il punto preciso del ritrovamento e poi si può iniziare a scavare, ovviamente con tutte le cautele del caso. E se pensate che i nostri amici se ne siano tornati spesso e volentieri a casa a mani vuote o con qualche vecchio scarpone vi sbagliate di grosso.«Spesso ritroviamo monete, antiche dell’epoca di Vittorio Emanuele secondo, posateria, ma anche vecchissimi campanelli che venivano utilizzati come antifurto sulle recinzioni dei campi - si spiega - Nella zona di Arnovecchio invece abbiamo fatto una grandissima scoperta, abbiamo ritrovato un bottone con la sigla r.h. che inizialmente non sapevamo a chi attribuire e che abbiamo poi scoperto essere un bottone dei soldati di Rodolfo d’Asburgo». E poi anche ordigni e proiettili. Ma nei campi i nostri cacciatori di tesori hanno ritrovato anche fibbie e medagliette in alluminio raffiguranti figure religiose che venivano buttate nei campi come buon auspicio. Ovviamente non possono essere conservati i reperti più vecchi di 50 anni. «Per questo – aggiunge Fossi - quando troviamo cose molto antiche facciamo sempre regolare denuncia».

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