L'errore sulle 500 lire che nessuno aveva notato



Una moneta elegante, bellissima, quella promossa dall'allora Ministro del Tesoro Giuseppe Medici che inaugurò il conio di una nuova unità, la 500 Lire. Eppure dietro questa moneta si cela un clamoroso errore che fece molto discutere gli esperti del tempo e che arricchì gli appassionati di numismatica. La 500 Lire in argento fu una delle prime monete d'argento della Repubblica italiana e resta un esemplare di grande fascino tra quelle coniate dalla Zecca di Stato. Il progetto fu affidato a Pietro Giampaoli, capo incisore della Zecca, che modellò su una faccia del tondo un profilo di donna in stile rinascimentale, ispirato a sua moglie Letizia Savonitto. Il volto fu circondato da stemmi di città e regioni italiane. Per l'altra faccia della moneta Giampaoli scelse in principio una rosa, ma il fiore non si adattava allo stile e al messaggio che si voleva affidare alla circolazione del tondino d'argento. Per questa ragione il compito di coniare la nuova 500 Lire passò a Guido Veroi che ebbe l'intuizione di comunicare il rinascimento economico nazionale associandolo alla scoperta dell'America, riproducendo tre caravelle. Si passò così a realizzare un modello di prova della nuova moneta che doveva essere consegnata a tutti i parlamentari uscenti del governo in carica. Alla fine del 1957 si realizzarono 1.070 esemplari con la dicitura "prova" impressa al dritto in basso, lungo il bordo: i parlmentari del tempo ne ricevettero un esemplare. La nuova moneta vide la luce con queste caratteristiche: sulla prima faccia c'era una figura di donna contornata dai 19 stemmi di città e regioni italiane: Genova, Torino, Aosta, Milano, Trento, Venezia, Trieste ed Udine, Bologna, Firenze, Ancona, Perugina, Roma, L'Aquila, Napoli, Bari, Potenza, Catanzaro, Sicilia, Cagliari. Gli ultimi due stemmi appaiono seminascosti dal busto: si ipotizza che possano essere quelli del Molise e Campobasso. In fondo si legge il nome dell'autore "Giampaoli". Sull'altra faccia si vedono tre caravelle con la scritta "repvbblica italiana". In basso è indicato il valore "L. 500". I giudizi sulla bellezza della moneta furono unanimi. Tuttavia il 10 dicembre 1957 un capitano della marina, Giusco di Calabria, segnalò il clamoroso errore: le bandiere degli alberi maestri delle tre caravelle erano disposte "controvento", cioè a sinistra. Le autorità competenti presero molto sul serio la segnalazione e meditarono se fosse più o meno opportuno dare corso legale al nuovo conio. Ma consultando alcune stampe marinare si notò che le bandiere venivano rappresentate disposte in tutte le direzioni, per cui nemmeno gli esperti furono in grado di determinare se si trattasse di un effettivo errore. La polemica si diffuse e finì sulle pagine del quotidiano "Il Tempo" dove intervenne anche il Genio navale: "Si riesce a navigare anche controvento". La disposizione delle vele che appaiono nella moneta, in tutta la loro ampiezza, confermava che non si trattava di un errore nella direzione delle bandiere, ma che quindi la posizione era esatta. Mentre, per vedere le bandiere spinte in avanti, si sarebbero dovute vedere le vele di profilo, "sottili come spicchi di luna": non si tratta dunque di un errore ma di navigare con vento in bolina. Anche Guido Veroi, laureato in ingegneria con una tesi sviluppata proprio sulle costruzioni marittime, concordò sul fatto che la disposizione delle bandiere era assolutamente regolare e, quindi, non era stato commesso alcun errore nella disposizione delle stesse sul rovescio della moneta.Dato che la fabbricazione della moneta non era ancora iniziata, per evitare problemi successivi si decise di capovolgere le bandiere disponendole nel senso tradizionale. Il modello fu modificato ed i 1.070 pezzi distribuiti si tesaurizzarono, e quei pochi che passarono da un collezionista all'altro raggiunsero i prezzi da capogiro. La moneta entrò in circolazione l'anno successivo, nel 1958. La vecchia 500 Lire fu una moneta di grande successo. Pesava di 11 grammi con diametro 29,50 mm. Entrò in circolazione il 28 agosto 1958 (D.M. del 12 aprile 1958) con 24.240.000 pezzi e continuò ad essere battuta fino ai giorni nostri, salvo due brevi intervalli (1962-1963 e 1971-1979). Ma la circolazione della moneta fu in realtà molto breve perché dalla seconda metà degli anni '60, aumentando il costo dell'argento, ne divenne proibitiva la coniazione. Le "caravelle" furono tesaurizzate e sostituite da un biglietto di stato di uguale valore nominale. FONTE E FOTO: https://it.finance.yahoo.com

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