Maxi-tesoro sommerso,Odissey in tribunale


Una fortuna di 370 milioni di euro contesa tra cacciatori d''oro e il governo spagnolo.
Ricordate la vicenda dell’Odissey? La società americana di cacciatori di tesori sommersi che ha messo mano sulla più grande fortuna mai trovata finora sui fondali dell''Oceano, per un valore di 370 milioni di euro? Bene, la disputa sulla proprietà del tesoro è arrivata nei tribunali statunitensi. A Tampa (Florida) è iniziato il processo. Il ministero di Cultura iberico, infatti, ha deciso di denunciare l’impresa americana, perchè crede che le monete rinvenute siano dobloni spagnoli e la nave un galeone spagnolo che trasportava valori per conto della Corona. La compagnia americana ha risposto alle accuse esibendo una documentazione secondo la quale le autorità spagnole avrebbero autorizzato le operazioni di ricerca, ma dalla Spagna si assicura che fu concesso solo il via libera alle ricerche in acque spagnole di un’altra nave, il Sussex, appartenente alla flotta inglese e delle cui ricerche Londra aveva incaricato Odissey.

A confermare i sospetti spagnoli di una "spoliazione" del patrimonio nazionale la la grande segretezza che ha circondato tutte le operazioni di recupero dell’Odissey, oltre alla spedizione in tutta fretta delle monete negli Stati Uniti. Ma anche alcuni tentativi di accordi realizzati dall’impresa americana in ’tempi non sospettì e che, alla luce dei fatti, potrebbero aver costituito dei tentativi di aggirare l’ostacolo con un accordo previo con la Spagna. Ora la Giustizia statunitense dovrà stabilire a chi appartengono le monete rinvenute in fondo al mare e se effettivamente si tratta della nave inglese Sussex. Ma, in Spagna, continuano le critiche all’azione del governo, che avrebbe agito senza coordinazione con il governo autonomo dell’Andalusia, causando problemi nei controlli alla compagnia. E alla poca tempestività con cui si sarebbe tentato di bloccare gli americani. La prima udienza. L’impresa americana Odyssey ha chiesto al giudice della Florida, la possibilità di poter prorogare fino al 6 agosto la presentazione del rapporto archeologico circa il tesoro ritrovato durante l’operazione battezzata Cigno nero. James Goold, l’avvocato che difende lo Stato spagnolo nei tribunali americani, chiederà, scrive l’agenzia Efe, al giudice di opporsi alla richiesta di Odyssey in quanto la stessa ha già avuto sufficiente tempo. La società di cacciatesori di tesori, che ha sede a Tampa, lo scorso 18 maggio comunicò dal porto di Gibilterra il ritrovamento sottomarino, da parte delle sue due barche ’Ocean Alert’ e ’Odyssey Explorer’, di 500 mila monete d’argento e d’oro di valore pari a 500 milioni di dollari. In quel caso non era stato specificato il punto preciso del ritrovamento facendo così insospettire le autorità spagnole che ordinarono la perquisizione immediata non appena le navi fossero entrate in acque territoriali. Cosa che accadde lo scorso 12 luglio quando la polizia spagnola costrinse ’Ocean Alert’ ad attraccare al porto di Algeciras (Andalusia). Dopo il ritrovamento, Odyssey aveva dichiarato che il tesoro era stato inviato negli Stati Uniti per motivi di sicurezza. Le autorità spagnole vogliono verificare se il tesoro apparteneva a un galeone spagnolo o è stato ritrovato in acque del paese e se l’impresa statunitense, quindi, sta commettendo reato di appropriazione indebita e spoliazione di patrimonio nazionale. La parola passa al giudice americano che deciderà se accogliere o meno la richiesta di Odyssey. A chi fosse interessato ad approfondire la vicenda segnalo un video postato su YouTube davvero interessante.

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