TEST WHITE'S MATRIX M6



FONTE: www.mediaelettra.com
Il Matrix M6, come tutti gli ultimi modelli di metal detector, si presenta col colore nero e con le scritte oro ai lati dei comandi e con il cavo della piastra grigio. L’asta di sostegno è di tipo telescopico ed è scomponibile in tre parti. Le prime due sono in alluminio mentre la terza è di plastica molto resistente. E tutte e tre nere. La piastra di ricerca misura 9,5" (22,8 cm), a differenza di quelle montate nei modelli precedenti è più alta e robusta. Viene definita a stella in quanto in rilievo e nella parte superiore ci sono quattro nervature che possono rappresentare le quattro punte di una stella. L’impugnatura è nera spugnosa e antiscivolo in modo da poter garantire una buona presa all’operatore. Il bracciolo è nero e in alluminio. Il bracciolo viene fornito di cinghia in nylon, la quale, una volta fissata al braccio, permette un ottimo bilanciamento del peso del metal detector. Il display digitale è situato sopra all’impugnatura e sotto di esso ci sono, serigrafati, alcuni disegni e valori esplicativi del tipo di materiale che è possibile rilevare. Una cosa che salta subito all’occhio è che il display non è dotato di illuminazione quindi sarà difficile leggere i valori al buio. Dietro all’impugnatura è posto un interruttore a levetta che serve per effettuare il PINPOINT ( centramento dell oggetto ) e per resettare la macchina ed eventualmente passare alla modalità multi tono. Sotto al bracciolo realizzato in metallo di colore nero troviamo il box dei controlli. A differenza dei vecchi White’s, il Matrix M6 è stato notevolmente semplificato ed i comandi sono di molto ridotti.

Troviamo infatti solamente due potenziometri. Uno che regola l’accensione e la sensibilità e uno per la discriminazione dei metalli. È presente anche un interruttore a levetta da utilizzare a seconda del tipo di terreno sul quale viene effettuata la ricerca. Nella parte alta del control box si trovano la presa per le cuffie che, come la maggioranza dei cercametalli, è da un quarto di pollice e lo sportellino che da’ accesso al vano batterie. L’alimentazione è fornita da 8 batterie stilo da 1,5 V alloggiate in un apposito contenitore posto all’interno della scatola comandi. Come per la grande maggioranza dei metal detector White’s, anche per il nuovo Matrix M6 la casa non fornisce in dotazione le batterie ricaricabili. Bisogna considerare il fatto che, generalmente, le batterie ricaricabili hanno una tensione più bassa( 1,2 V ) rispetto alle batterie normali ( 1,5V) quindi non è garantito il corretto funzionamento del metal detector o per lo meno non è garantita la piena autonomia. Questo potrebbe essere considerato un difetto, soprattutto per i cercatori più esigenti.

PROVE TECNICHE:

Sabbia asciutta e battigia.


Il primo terreno preso in esame, è la spiaggia. Un terreno solitamente molto difficile per la grande maggioranza di metal detector. Di solito i problemi si evidenziano sulla battigia in quanto i disturbi dovuti alla salsedine, molto spesso non consentono di usufruire a pieno delle potenzialità del proprio metal detector, costringendo spesso il cercatore ad abbassare in maniera considerevole la sensibilità o ancora peggio a spostarsi verso la sabbia asciutta. Questo però non è il caso del Matrix M6. Il nuovo detector infatti, grazie al comando AUTO TRACK impostato su BEACH permette una ricerca stabile in prossimità dell’acqua di mare con risultati abbastanza soddisfacenti considerando il fatto che non si tratta di uno strumento subacqueo. Prima di cominciare la ricerca impostiamo il multitono (levetta sotto l’impugnatura rivolta verso il basso) e con il potenziometro della discriminazione spostato sul numero 1. Con i parametri impostati in questo modo tutti e tre i nostri campioni sono stati rilevati a discrete profondità partendo dai 15cm del campione da 20 centesimi fino ad arrivare a 22 cm per la moneta da 1 euro. Spostandoci sulla sabbia asciutta, com’è facile immaginare, le prestazioni migliorano. Tutti e tre i campioni vengono rilevati a profondità maggiori. Si passa ad una rilevazione di 20 cm per la moneta da 20 cent, 23 cm per i 50 cent e di circa 28 cm per la moneta da 1 euro. Sul display digitale il valore VDI varia indicativamente tra i +57 ed i +62 ed il suono della rilevazione ha un tono abbastanza alto proprio per indicare la bontà della rilevazione.


Terreno di montagna.


Il secondo terreno in cui eseguiamo il test tecnico, è un terreno di montagna. Anche su questa tipologia di terreno il Matrix M6 raggiunge prestazioni soddisfacenti. Come noto a tutti i cercatori, i terreni di montagna risultano essere abbastanza insidiosi soprattutto quando si tentano i rilevamenti in presenza di arbusti, radici e cespugli che risultano spesso un ostacolo soprattutto se si lavora con strumenti di tipo motion. Questi problemi sono risolvibili ( anche se non proprio in maniera facile e comoda ) grazie alla levetta del pinpoint che permette di trasformare il cercametalli da MOTION a NON-MOTION permettendo così una più facile e precisa rilevazione dell’oggetto. Dopo aver seppellito con cura i vari campioni procediamo alla rilevazione. Come prima cosa però impostiamo la levetta auto track sulla posizione ON. La posizione ON è usata sui terreni normali e riconosce automaticamente il tipo di terreno adattandosi ad esso. Impostiamo il potenziometro della sensibilità il più possibile a destra possibile fino ad un punto da non avere più interferenze e disturbi. Tutte e tre le nostre monete vengono rilevate senza problemi e senza alcun disturbo. La prima prova effettuata è sul campione da 20 cent che viene rilevato a circa 17 cm di profondità, la moneta da 50 cent a circa 20 cm e la moneta da 1 euro a 25 cm.


Terreno mediamente mineralizzato.

Eseguiamo la terza prova in un terreno mediamente mineralizzato. Una tipologia molto comune. Anche per affrontare questa prova è necessario impostare la levetta audio track sulla posizione On e anche in questo caso i campioni vengono rilevati a profondità analoghe alle precedenti. Ovvero la moneta da 20 cent viene sentito a circa 17 cm la moneta da 50 a 20 cm e quella da 1 euro a 25 cm.


Terreno altamente mineralizzato.

Conduciamo l’ultima prova su uno dei terreni più insidiosi. Quello ad alta mineralizzazione. Si tratta di una tipologia molto comune in Italia soprattutto nelle zone del centro e sud Italia. A peggiorare la situazione, nelle vicinanze del campo dove conduciamo la prova c’è anche la presenza di una linea elettrica dell’alta tensione. Per ovviare a quest’ ultimo problema è necessario impostare la levetta audio track sulla posizione LOCK OFF. La posizione LOCK OFF, blocca il riconoscimento automatico del terreno e deve essere usata quando vi sono interferenze. La ricerca risulta essere abbastanza difficoltosa e non fornisce risultati soddisfacenti.
La mineralizzazione del terreno dovuta all’elevata presenza di cocci infatti non permette di rilevare la moneta da 1 euro a più di 15 cm e per gli altri due campioni le profondità sono ancora minori.

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