TEST Garrett ATPro






Finalmente abbiamo avuto la possibilità, su gentile concessione della Geotek Center, di testare il nuovo ATPro di casa Garrett.

Dalla documentazione presa sul sito ufficiale della Garrett viene descritto come un metal detector "ALL-TERRAIN metal-detector professionale per prestazioni ottime nella ricerca di tutti i tipi di metallo, versatile e preciso su tutti i terreni.”


In effetti, la prima impressione è stata molto buona, si monta in 1 minuto, i connettori (sia della piastra che della cuffia) sono impermeabili dando quindi la possibilità all’utilizzatore di immergere completamente in acqua il metal fino ad una profondità di 3 metri (anche se questa prova non abbiamo potuto farla per ovvie ragioni).


Anche il control box risulta di immediata comprensione e molto compatto, con tutte le funzionalità indispensabili per la ricerca, anche grazie al nuovo Target ID e al solito display con le fasce di discriminazione.
La piastra di ricerca standard (DD PROformance), pur essendo una 8,5 x 11, risulta essere ben bilanciata e maneggevole anche in spazzi piuttosto angusti e difficili.
Diciamo quindi che la prima impressione non ha deluso affatto le nostre aspettative.

A questo punto vediamo meglio le caratteristiche della macchina prese direttamente dal manuale:

- Frequenza operativa: 15 kHz
- Modalità audio: standard e professional
- Livelli tono audio ID: 3
- Target ID cursore a segmenti: 20 (12 per tacca discrim.)
- Discriminazione ferro a segmenti: 40 (da 0 a 39)
- Iron audioTM: identificazione del ferro avanzata
- Discriminazione Notch accetta/rifiuta
- Modalità di ricerca: 6 (3 standard, 3 pro)
- Sensibilità - regolazione Profondità: 8
- Pinpoint elettronico
- Bilanciamento del terreno
- Impermeabile fino a 3 metri
- Cuffia Garrett in dotazione ( non subacquea )
- Piastra standard: 8,5 “x 11” DD PROformance
- Lunghezza asta regolabile da 1,06 a 1,29 metri
- Peso totale: 1,4 kg
- Alimentazione: 4 batterie AA

Dopo aver letto le caratteristiche tecniche dal manuale (che ancora è in versione inglese ma a breve sarà disponibile anche in lingua italiana) ci siamo incamminati nel bosco, pronti a testare le prestazioni.

L’ambiente di ricerca che abbiamo scelto per i test è un monte con terra e un bel substrato di roccia rossa a media mineralizzazione, diciamo quindi un terreno piuttosto ostico per ogni metal.

In prima battuta siamo partiti con le funzioni standard che sono 3 e molto semplici da utilizzare. Abbiamo testato anche il notch, che oltre alla funzione Elim come i precedenti modelli della Garrett, consente di selezionare con più accuratezza il range di segnali indesiderati.

La cosa che ci ha colpito molto è il bilanciamento manuale del terreno che prevede un aggiustamento del ground completamente in automatico, ovvero eseguendo sempre la classica pompata ma tenendo semplicemente premuto l’apposito bottone, senza agire su nessun controllo, quindi la macchina provvede automaticamente a bilanciarsi dando l’indicazione dell’indice di mineralizzazione del terreno direttamente sul display.

A questo punto abbiamo deciso di iniziare con qualche spazzolata a caso; nel bosco sembra essere molto stabile ed eliminare una grossa gamma di falsi segnali causati dagli urti sulle piantine o sulle rocce sporgenti.

La discriminazione del ferro a segmenti (40 – quindi da 0 a 39) da anche la possibilità di eseguire una ricerca di tipo relic, quindi di discriminare solo alcuni tipi di ferro, in oltre con la funzionalità di Iron audioTM da all’utilizzatore la possibilità di riconoscere in modo sicuro tutti i materiali ferrosi gestendo l’audio a piacimento.
Il Target ID è molto preciso e da sempre l’idea di cosa si va a scavare, anche sui tondelli da caccia si è fatto valere dando sempre valori di scala esatti, infatti, scavato il primo bossolo abbiamo discriminato fin da subito quel valore di ID e tutte le volte che la curiosità ci ha indotto a scavare il segnale, la macchina ha sempre avuto ragione e si sono sempre confermati bossoli si cartuccia.


Dopo un’ora di ricerca casuale abbiamo deciso di cimentarci con i test, il primo è stato fatto con una monetina finissima di mistura infilata verticalmente a circa 10 cm da terra e l’ATPro (sempre con i programmi standard) non ha avuto alcun problema ad identificare e centrare il target.

Il secondo test è stato fatto con la stessa monetina in mistura e un chiodo di ferro, utilizzando il programma standard all-metal e variando diversi segmenti solo sulla discriminazione del ferro, anche in questo caso il metal è risultato molto preciso evidenziando chiaramente oltre al suono cupo del ferro, anche il solito scampanellio, tipico dei Garrett, in modo puntuale anche a velocità variabili di spazzolata, sia molto velocemente che con estrema lentezza.

In oltre abbiamo anche fatto un paragone diretto con un Golden Mask 3 e le macchine si sono dimostrate equivalenti, con la differenza che il Golden Mask ci faceva scavare tondelli di cartuccia mentre con l’ATPro riuscivamo a scavare solo target buoni utilizzando oltre all’audio anche l’ID per identificare in modo anticipato il tipo di obbiettivo.


Abbiamo anche utilizzato un anello in ferro prima e uno in argento dopo, accoppiato con una moneta da 10 cent, ricevendo sia in discriminazione che in all-metal buone risposte.

Un altro test è consistito nel mettere vicino, in modo da formare una croce, diversi materiali di diversa grandezza in modo da provare i 3 toni, la discriminazione notch ed i programmi custom da noi impostati. Anche in questo caso l’AT pro non ha deluso le aspettative e si è comportata molto bene, identificando con precisione il tipo di target, agganciando bene i target buoni e discriminando quello che non ci interessava in base ai setting impostati.

La prova del nove l’abbiamo fatta mettendo una moneta sotto uno strato di terra e, dopo averla coperta da tre massi (come si vede dalla foto), sia l’ATPro che il Golden Mask hanno dato la stessa identica risposta positiva, con la differenza che oltre a suonare “Bene” entrambi, il Garrett identificava in modo corretto, grazie all’ID numerico, la bontà del target.

Per fare un riepilogo andiamo a sottolineare i pregi e i difetti della macchina:

Pregi:

Notevole riduzione degli effetti negativi della mineralizzazione del terreno e delle interferenze causate dagli urti accidentali con zolle di terra o rami.
Macchina molto versatile per tutte le situazioni di lavoro (montagna, campi, spiaggia, acqua…) e valida in tutte le condizioni ambientali (acqua, fango, presenza di polvere…)

Pinpointer molto preciso e profondità espressa in centimetri.

Pur avendo una piastra standard DD la macchina risulta molto leggera e ben bilanciata consentendo una spazzolata fluida in ogni tipo di situazione.

Il box stagno è di facile comprensione e i comandi sono molto intuitivi, dando quindi anche al principiante la possibilità da lavorare fin da subito con un macchinario potente, in modo molto semplice.

Il design è molto accattivante e ben curato in tutti i minimi dettagli.

La discriminazione del ferro a segmenti e la nuova funzionalità di Iron audioTM aiutano molto l’utilizzatore nell’avere un’identificazione del ferro avanzata, quindi pur lavorando al massimo delle prestazioni (all-metal mode), è molto facile distinguere il ferro e quindi decidere se discriminarlo o scavarlo.

Estrema precisione nell’analisi del segnale e ottima velocità di recupero .Riesce a dividere nettamente i segnali derivanti da oggetti vicinissimi!
Il segnale viene analizzato nella sua variazione di intensità e ciò permette di capire se si tratta di un oggetto omogeneo (moneta) o di struttura eterogenea (stagnole, tappi, lamierini accartocciati).

Difetti:

Tende molto a spanciare sui target ferrosi, dando quindi una difficile identificazione del punto preciso dove si trova il bersaglio a coloro che scavano anche i materiali in ferro.

Se sbattuto in modo abbastanza violento (soprattutto in aria) emette dei falsi segnali che potrebbero trarre in inganno il cercatore poco esperto, anche se tuttavia i falsi segnali sono riconoscibilissimi e soprattutto difficilmente ripetitivi.
In oltre, quando si verificano questi eventi, il Target ID oscilla con picchi ampissimi e quindi non indurrebbe comunque l’utente a scavare l’obbiettivo.


Speriamo di avere presto la possibilità di provarlo anche in acqua salata e in battigia.

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